Un amico lontano è a volte più vicino di qualcuno a portata di mano.
È vero o no che la montagna ispira più riverenza e appare più chiara al viandante della valle
che non all'abitante delle sue pendici?
[Khalil Gibran]
Dal Bettaforca si individua facilmente il sentiero N°9, indicato dai segnavia gialli sulle rocce, che sale in direzione della Punta Bettolina, costeggiando alcuni piccoli specchi d'acqua posti più in basso a quota 2742 m.
Il Faggio è un albero caducifoglio, specie tipica del piano montano, alfiere dei nostri boschi che cresce generalmente tra i 600 e i 1300 metri di quota.







Nel 1880 fu costruita per iniziativa della Sezione di Torino del CAI la prima capanna al Crot del Ciaussiné, nome che indica l'esistenza di una piccola cava di calcescisto, utilizzata per produrre la calce. La felice posizione indusse a successivi ampliamenti del rifugio, che nel 1886 venne intitolato alla memoria di Bartolomeo Gastaldi, Presidente del CAI, illustre geologo e pioniere dell'esplorazione delle Alpi Occidentali. Nel 1904, accanto alla vecchia costruzione, fu inaugurato un grandioso rifugio albergo che si sviluppava su tre piani, con riscaldamento centrale e impianto di acqua corrente.
I partigiani, che erano insorti durante la primavera nella speranza di un rapido arrivo degli Alleati, subirono durante l'estate e l'autunno una violenta controffensiva delle truppe tedesche e repubblicane. Guidati da giovani volontari della Bessans e di Balme, si ritirarono combattendo verso le alte valli e infine riuscirono fortunosamente ad attraversare i valichi. Scontri furiosi ebbero luogo tra le retroguardie che proteggevano il ripiegamento e i Tedeschi saliti per il canalone d'Arnàss a tagliare loro la ritirata. Nella notte tra il 3 ed il 4 di Ottobre 1944 il rifugio venne dato alle fiamme.
La vecchia capanna, per molti anni quasi abbandonata o usata soltanto come rifugio invernale, riprese a funzionare, gestita per molti anni da Giuseppe Ferro Famil, appartenente alla celebre dinastia di guide alpine dei Vulpòt, nativo di Usseglio ma trasferitosi a Balme da molti anni. La sua figura imponente, con i grandi baffi a manubrio, caratterizzò per molti anni la rustica accoglienza del vecchio Rifugio Gastaldi. Il nuovo Rifugio fu ricostruito soltanto nel 1970.
Ho avuto per mesi la carta della Val d'Ala tra le mani.
Finalmente si presenta l'occasione buona anche se il progetto iniziale, escursione di due giorni sosta al Bivacco San Camillo al Lago della Rossa e pranzo della domenica al Rifugio Gastaldi, viene drasticamente ridimensionato.
Imbocchiamo il sentiero nei pressi del Rifugio Ciriè che piega a sinistra, supera il Canale delle Capre con un piccolo ponte di legno e passa tra i terreni da pascolo affiancando l'Alpe di Rocca Venoni ed il grande macigno al suo fianco, fino all'inizio del pendio.
Sempre più prossimi alla parete rocciosa incontriamo un altro bivio: a sinistra per la rampioteca, una area attrezzata per l'arrampicata, a destra il sentiero prosegue avvicinandosi a Rocca Turo, aggira un costone leggermente esposto a cui è stata attaccata una corda fissa, entra in un avvallamento tra le rocce dove sono presenti alcune catene di sicurezza ed infine si raggiunge il bellissimo Rifugio Gastaldi a quota 2658 al Crot del Ciaussiné.
Resto ad osservare per qualche istante la sua parete rocciosa ripensando alla storia di Annetta Demichelis ad alla sua avventura raccontata nel libro "La sposa dell'aria" di Marco Albino Ferrari.
La leggenda vuole che, dopo alcuni infruttuosi tentativi di trovare una via di fuga dalla montagna, la giovane Annetta fece un voto alla Madonna della Consolata. Anche gli altri componenti dell'equipaggio si unirono nella preghiera della Vergine tranne il marito che si rifiutò.
Dopo pranzo non può mancare una visita al museo del Rifugio ![]() |
| Antonio Bogiatto e il suo alpenstock (1895) |
Dal Rifugio Gastaldi è possibile partire per numerosi altri itinerari alpinistici, escursioni oppure uscite di sci alpinismo, tutti ben descritti sul sito ufficiale




















