giovedì 31 dicembre 2020
sabato 26 dicembre 2020
Santuario di Santa Cristina
L'escursione al Santuario di Santa Cristina (1340 m) è una delle escursioni più frequentate delle Valli di Lanzo. Situato sull'ultimo contrafforte roccioso che separa la Val d'Ala dalla Val Grande ove inizialmente sorgeva nulla più di un pilone votivo, il santuario è raggiungibile tramite quattro differenti itinerari.
Il primo che si incontra giungendo da Torino è lungo il sentiero n° 242 da Ceres; si può parcheggiare di fronte alla chiesa parrocchiale, imboccare una stretta stradina dalla caratteristica pavimentazione, fino ad entrare in vista dell'antica torre campanaria del XI secolo. Appena prima della torre campanaria è necessario imboccare una stradina asfaltata che sale verso sinistra tra le case e seguire le evidenti indicazioni. Giunti al termine della strada si prosegue su sentiero, per salire quasi immediatamente a destra seguendo i cartelli che portano ad inoltrarsi nel bosco. Si superano le case di Pian di Ceres (887 m) con alcune svolte del sentiero e si oltrepassa la piccola e antica Cappella degli Appestati. Segue un tratto di sentiero lievemente più ripido e si giunge alla panoramica postazione della chiesetta Madonna degli Angeli (1020 m). Oltrepassando la chiesetta si segue la traccia principale, ignorando un bivio a destra che conduce ad un punto panoramico, si prosegue con un breve tratto in discesa e si oltrepassa la deviazione che con il sentiero n° 242A giunge da Monte di Voragno (981 m). Con l'ultimo tratto di sentiero più ripido si giunge alla scalinata in pietra che affianca un pilone votivo e conduce al Santuario di Santa Cristina.
Il secondo è il già citato sentiero n° 242A che parte da Monte di Voragno, raggiungibile per mezzo di una strada che parte da valle, proprio dopo il paese di Voragno.
Il terzo, scelto per la nostra escursione, è il n°301, unito al primo dal lungo sentiero a fondo valle n° 301A che oltrepassa il cimitero di Ceres e costeggia la Stura per circa 2,3 chilometri, parte dal primo ponte di Cantoira, prolungamento di Via Santa Cristina, e prende a salire tra i castagni e i faggi. Il sentiero taglia alcuni tornanti di una strada più ampia che parte da Cantoira e raggiunge Case Toj a quota 900 m circa, dove troviamo la fontana indicata dalle carte ma purtroppo senz'acqua.
Il quarto sentiero, scelto per il ritorno ma forse il meno battuto dei quattro, è il n° 307A che parte dal bivio poc'anzi citato, che scende tra i faggi fino a Senale, oltrepassa Case Uccello e scende con decisione fino a Michiardi e alla Stura.
Giunti in vetta, la costruzione del Santuario si offre come un prezioso cimelio storico, impossibile non apprezzarne la bellezza pur così sobria e semplice.
A Senale troviamo una fonte per l'acqua, questa volta attiva, proprio nelle
vicinanze di una casa con qualche traccia di decorazione caratteristica ancora
visibile sulla facciata e una curiosa scultura grezza appena fuori dalla
borgata.
Ringrazio Elena per avermi accompagnato lungo il cammino.
lunedì 30 novembre 2020
Perla del mese - Novembre
Le pareti se le vediamo come un terreno d'avventura, insegnano a vincere, ma anche a non sentirsi vinti. Esiste una visione più ampia in cui non si perde mai, uno sguardo alternativo a quello che si è radicato nel mito della forza. Ogni esperienza, anche la rinuncia, ha il suo valore, e conta molto. Da ogni situazione in cui ci troviamo possiamo imparare. Da ogni avventura possiamo migliorare. Perchè in ogni contesto possiamo vedere meglio chi siamo e a che punto ci troviamo.
L'alpinismo è un percorso, come la vita, e ogni passo ha il suo valore, anche quello più incerto. Rinunciare alla cima e arrendersi non equivale a perdere. Tornare indietro di fronte al proprio limite non ridimensiona affatto il proprio valore. Accettare la paura è un atto di forza, è saggezza che permette di prendere le misure su se stessi e migliorarsi.
Essere alpinisti impone il coraggio della verità e la forza di saper restare nel limite, finchè questo resta tale.
[Lorenzo Inzigneri]
giovedì 12 novembre 2020
Bivacco Molino
Possiamo a questo punto dividere il sentiero che ci rimane in due parti: la prima, dall'Alpe Pian Bosco fino al bivio che precede Alpe Le Piane è leggermente più ripida ma davvero incantevole, contornata da un bosco di giovani piccoli larici bruni e dorati, dall'aspetto meravigliosamente onirico quando investiti dalla luce del sole.
Qui inizia la seconda parte del percorso: la zona erbosa e pianeggiante che si incontra con il Rio Maian si trasforma in un'area leggermente acquitrinosa poi riprende a salire lieve verso nord mentre dall'altra parte della valle si può osservare il granitico profilo del Monte Rosso d'Ala (2763 m).Intorno a quota 2100 m il sentiero incontra un bivio: a destra si può tagliare la montagna con un tratto a mezza costa verso Alpe Pian delle Mule e il sentiero GTA verso il Lago Vasuero, proseguendo invece a sinistra potremo presto vedere davanti a noi la cima del tetto del Bivaco affiorare al di sopra del promontorio roccioso a circa 500 metri di distanza dalla nostra posizione.
Nell'ultima parte del percorso si aggira il promontorio con un ampio giro su due pietraie non eccessivamente impegnative fino a raggiungere la posizione del Bivacco.sabato 31 ottobre 2020
lunedì 26 ottobre 2020
Lago Vasuero

La mulattiera incontra quasi immediatamente la strada asfaltata che raggiunge Molera, dove si trova una comoda fonte per l'acqua, ma dopo un paio di tornanti riprende a salire tra i prati, costeggiando il greto di un torrente che scende dall'Uja di Mondrone.
Alle spalle delle ultime baite si incontra un bivio: a sinistra si dirige verso il Bivacco Molino, a destra il sentiero diventa il n° 233A oltrepassa il Rio Maian e costeggia una carrareccia poco battuta che raggiunge Alpe Pian Pra (1783.2 m).
Siamo quasi giunti all'Alpe Pian del Lago dopo aver attraversato il Rio Cevve e, mentre il sentiero torna ad essere più marcato sul terreno, abbiamo la possibilità di avvistare un paio di giovani stambecchi sul Truc Armentera. Rassicurati forse dalla distanza che ci separa, proseguono indisturbati mentre tentiamo di immortalarli con le nostre fotocamere.
Superiamo Alpe Pian del Lago calpestando sporadici rimasugli di neve nascosti all'ombra dei muri delle baite e raggiungiamo finalmente il Vasuero; le granitiche pareti che circondano il lago ci rimandano nitidamente l'eco delle nostre gioiose e trionfanti risa.
Il Lago Vasuero è un'ottima meta per chi come noi cercava un'escursione facile, al fine di riprendere a camminare in montagna dopo una pausa di passiva attesa fin troppo lunga e dalla conclusione apparentemente tutt'altro che prossima.
























































