mercoledì 30 aprile 2014

Perla del mese - Aprile


Io credo che le pietre respirino.
Non riusciamo a percepirlo con le nostre brevi vite.
 
[Teeton Lakota – Capo Sioux]



lunedì 21 aprile 2014

Roc Neir

Roc Neir è un rilievo di 1541.7 m che si erge sopra il centro abitato di Varisella, non lontano dal Passo della Croce.
Insieme ad altre cime crea una cresta che separa la Val Ceronda dalla Val di Viù ed è noto per il notevole panorama che concede sulla piana torinese e sulle montagne ad Ovest in direzione di Viù e Fubina.
Il percorso che porta in cima è abbastanza impegnativo e richiede una discreta preparazione e un buon tempo atmosferico.
Per raggiungere Roc Neir occorre lasciare l'auto a Vallo Torinese, non lontano dalla Chiesa di San Secondo e dirigersi lungo la strada che porta alla Cappelletta di San Rocco. È possibile proseguire ancora con l'auto lungo la strada asfaltata fino a un piccolo piazzale dopo la Cappelletta ma suggerisco di fermarsi prima per attingere acqua dalla fontana dietro la struttura, all'ombra di un bellissimo bosco di castagni.
Si procede in salita fino ad oltrepassare uno stretto ponte di pietra sopra il Rio Tronta. Da qui il sentiero diventa prima lastricato e poi sterrato e, mentre la vegetazione si riduce a bassi cespugli e lecci, è già possibile osservare in alto il Passo della Croce, a 1254 m prima tappa di questa escursione.
Dopo un piccolo tornante si presenta un bivio, la strada per il Passo della Croce è ben indicata a sinistra sul sentiero 090 e poco più avanti un'altra indicazione ci permette di raggiungere con una minima deviazione un'altra fonte d'acqua: la Fontana d’Minigin.
A quota 750 m un bivio ci fa abbandonare la sterrata per una stretta mulattiera in salita sulla destra. Il percorso è marcato con tratto bianco-rosso e nonostante le piogge dei giorni precedenti è facilmente percorribile.
Sopra le nostre teste una linea elettrica dell'alta tensione ci accompagnerà fino alla cresta. Il sentiero procede spedito e con pochi tornanti affiancandosi in più occasioni a un corso d'acqua, mentre attorno a noi si mostrano ancora evidenti sui tronchi d'albero i segni dell'incendio del 1999.
Salendo ancora si raggiunge una deviazione sempre a sinistra per Fontana d’Munt Bas posta a circa 850 m di altezza.
A quota 1000 m un'altra deviazione ci permette oltrepassare il greto del torrente e di raggiungere Fontana Fredda e poco più in alto, sempre sul sentiero troviamo la Fontana A.I.B. Vallo, entrambi validi punti di sosta e fornitura d'acqua.
Gli ultimi 200 metri serpeggiano con qualche tornante fino al pianoro erboso del Passo della Croce.

Davanti a noi la croce e la bianca statua della Madonna, a destra una tettoia di recente realizzazione concede riparo in caso di improvviso maltempo. Il Passo della Croce, utilizzato in passato durante la Resistenza dai partigiani della Val Ceronda, offre una notevole vista su Torino e sui centri abitati limitrofi: Vallo e Fiano, Nole, Ciriè e San Maurizio più a sinistra, il Lago Risera, Robassomero e i piccoli specchi d'acqua del campo da golf, Il parco La Mandria e la Reggia di Venaria, Caselle e il suo aeroporto, la collina torinese e l'inconfondibile sagoma della Basilica di Superga.
Dall'altra parte è visibile il sentiero che scende verso Ovest costeggiando il Rio Maddalene fino a Mombas. Risalendo con lo sguardo la Stura di Viù si possono ammirare i comuni di Fubina e Viù. Tra le montagne possiamo notare le creste del Civrari, le cime innevate dell'Uja di Calcante, Punta Lunelle e il Gran Paradiso. Verso di noi il Monte Bellacomba, Punta d'Aprile, Rocca Giaia, Punta Losera e Monte Combanera.
Dietro il capanno il sentiero 101A ci porta in meno di trenta minuti sulla cima del Turu a 1355 m da dove possiamo ammirare il centro abitato di Germagnano e le montagne alle sue spalle.
Dall'altra parte, proprio sotto i tralicci dell'alta tensione, si sviluppa una cresta selvaggia ricca di vegetazione e rocce difficile da percorrere ma impossibile da perdere. Questo itinerario segnato sporadicamente da tratti bianchi e piccoli ometti di pietra porta prima alla cima Druina e successivamente sul Roc Neir.
Se il percorso fino al Passo della Croce si può classificare come un E, questo breve tratto invece risulta un impegnativo percorso EE: si segue la dorsale evitando con brevi spostamenti la vegetazione più fitta (consiglio il versante a Nord-Ovest) ma è necessario prestare molta attenzione sugli sfasciumi instabili per non perdere l'equilibrio, rimanere all'erta per la presenza di vipere e stare attenti quando si posano le mani sulle rocce o tra gli arbusti per il notevole numero di processionarie.
In cima al Roc Neir un curioso modellino di rifugio ci indicherà la metà raggiunta. Più oltre la cresta continua fino al Monte Colombano, non lontano dal Colle Lunella.
Il percorso del ritorno è identico a quello dell'andata, a meno che non si desideri scendere lungo la cresta del Carmine fino a Ramai e successivamente dirigersi verso Vallo Torinese sulla strada asfaltata che attraversa il piccolo comune di Varisella.
Il Roc Neir è una cima molto particolare che è stata in grado di donarmi emozioni intense. Nel silenzio assoluto il suo paesaggio senza tempo è in grado di catapultarti in un mondo fantastico dove l'avventura della scoperta è ancora viva e forte. Itinerari poco frequentati e tutti da scoprire a pochi passi dalla città.








domenica 13 aprile 2014

Monte San Giorgio di Piossasco


Il monte San Giorgio è senza dubbio uno più frequentati punti panoramici di Torino.
La sua distanza ridotta dal capoluogo lo hanno anche reso, in passato, un rilievo di interesse strategico.
Con i suoi 837 m il monte presenta itinerari di difficoltà E, tutti comodamente accessibili da Piossasco, il comune che sorge ai piedi della montagna lungo il versante est.

Partiti da Piossasco si raggiunge la fine di Via Monte Grappa e si procede su un breve tratto sterrato che conduce ad un pannello informativo.
Qui è possibile consultare la mappa che indica i possibili sentieri: il principale che aggira la montagna sul versante nord su strada sterrata attraversando il colle della Serva (utilizzabile anche per ascensioni in mountain bike) e il secondario, più breve, che taglia la base della montagna con un lungo traverso fino all'altezza della chiesa San Vito e poi devia a destra con un dritto fino alla cima, lungo la cresta esposta verso Piossasco offrendo incantevoli scorci panoramici.
Optiamo per quest'ultimo e imbocchiamo quindi la stretta mulattiera in prossimità del primo tornante sulla sterrata.
La vegetazione iniziale cede rapidamente il posto ad arbusti e a ciò che è rimasto dell'incendio del 6 Febbraio 1999 che ricoprì la montagna con rapidità sorprendente portando il fronte di fuoco ad una lunghezza superiore ai 5 km, nonostante il celere intervento dell'A.I.B. di Piossasco, dei Vigili del Fuoco di Torino, oltre naturalmente a numerosi distaccamenti del Corpo Forestale dello Stato della zona.
Diverse piante mostrano ancora oggi i segni di una ricrescita a seguito del terribile incendio del passato.
Poco prima della sommità è riconoscibile un capanno con una tettoia utilizzato dagli appassionati di volo libero. La piana erbosa situata infatti quasi sulla cima è ideale per il decollo con parapendio o deltaplano.

Dalla sommità la vista è ottima su tutto l'arco alpino occidentale, con la possibilità di spaziare a 360° attorno a ciò che rimane della chiesa romanica. È facilmente distinguibile il paesaggio attorno e si può comprendere come la posizione del monte inviti a lunghe pause di contemplazione.
La bianca croce di ferro sulla sommità e le pietre della piccola chiesa romanica ci accolgono per una lunga sosta.

In definitiva il percorso, con circa 500 m di dislivello, non è particolarmente impegnativo. La mulattiera dopo il tornante si tramuta in un sentiero di roccette che obbliga a procedere con prudenza nei mesi freddi, in presenza di ghiaccio o neve.