martedì 31 dicembre 2019

sabato 30 novembre 2019

Perla del mese - Novembre

Se uno sta scalando una montagna altissima che mette a dura prova tutte le sue forze, nulla può affaticarlo di più che gettare sguardi verso la vetta; e nulla lo incoraggia di più che guardare verso il basso. La vetta sembra non avvicinarsi mai, il percorso compiuto si allontana velocemente.


giovedì 31 ottobre 2019

Perla del mese - Ottobre

L'equilibrio, se pur mai sarà raggiunto, verrà ottenuto molto lentamente, e l'importanza di ogni cambiamento in un sistema dipende interamente dal ritmo con cui è compiuto.
Non c'è cambiamento che turbi, o, in altre parole, che abbia importanza, se viene compiuto con sufficiente lentezza, mentre nessun cambiamento è abbastanza piccolo da non turbare quando giunge repentino.
Possiamo scendere una scala alta centinaia di metri se lo facciamo gradino per gradino, ma una caduta improvvisa di un paio di metri può ucciderci.
L'importanza, quindi, non sta tanto nel cambiamento, quanto nella velocità con cui viene effettuato.

lunedì 30 settembre 2019

Perla del mese - Settembre

Qualsiasi edificio situato sulla cima di una collina, di norma, ci piace: è un fatto che dipende dalla nostra natura; è un residuo dello stesso istinto per cui le bestie preferiscono raggrupparsi in cima a un colle; dà un remoto senso di sicurezza, di posizione vantaggiosa contro il nemico.



sabato 31 agosto 2019

Perla del mese - Agosto

Dal mio punto di vista, la vetta dell'Aconcagua non offriva alcuno spettacolo mozzafiato, nessuno scenario sbalorditivo con il mondo che si spalancava sotto i miei piedi. Per me, era solo un caotico mucchio di pietre con una fredda croce di metallo che si innalzava al centro.
Ma una vetta è molto di più di un panorama.
Sarò forse prevenuto, ma quando la gente dice che scala le montagne per il panorama non ci credo. Nessuno si sottopone a un simile calvario per un bel panorama.
Una vetta non è solamente un posto su una montagna. La vetta esiste nei nostri cuori e nelle nostre menti. È un frammento di un sogno che si avvera, la prova inconfutabile che la nostra vita ha un senso.
La vetta è un simbolo, la dimostrazione che con la forza della nostra volontà, delle nostre gambe, della nostra schiena e delle nostre mani, possiamo trasformare le nostre vite in ciò che vogliamo. 

[Erik Weienmayer da "In vetta ad occhi chiusi"]


  

giovedì 1 agosto 2019

Lago Lungo

Avete presente le bacheche per gli indizi? Quelle che usano i detective nei film polizieschi e nelle serie TV, con eccentrici investigatori alle prese con foto del delitto e informazioni dei potenziali sospettati.
Tutto il materiale viene affisso sulla bacheca con delle puntine, in alcuni casi collegate tra loro da fili rossi a evidenziare possibili nessi logici, poi il protagonista resta davanti a quelle immagini per interminabili minuti, meditando, rimanendo a fissare i dettagli più piccoli affinchè possano fare luce sul mistero.

Mi piace molto, quando mi occorre del tempo per meditare, avere come meta di una camminata un lago di montagna.
Con le montagne che fungono da amplificatori di segnale, i laghi diventano come dei raccoglitori di pensieri. Delle bacheche da detective.
Quando finalmente li raggiungo, dopo ore di cammino, faccio riposare il corpo e lascio che si attivi la mente: raccolgo i pensieri che mi hanno assillato durante le innumerevoli attività della routine quotidiana e li esamino uno ad uno, affiggendoli sulla bacheca del lago con il lancio di un sasso, e poi rimango ad osservare gli incroci delle increspature che vanno allargandosi fino a sparire e il lago ritorna liscio come una vetrata a specchio.
In questo modo i pensieri e le idee ritrovano con maggiore facilità il loro spazio adeguato e la loro giusta dimensione nella mente, altre volte non funziona ed il lago ti rimanda con fredda indifferenza solo il tuo riflesso, a suggerirti forse che la soluzione ai tuoi problemi risiede unicamente in te stesso.


Il Lago Lungo può risultare un valido luogo dove fare chiarezza nei propri pensieri.
Situato nei pressi della Val di Viù a 2303 m di quota questo lago si trova in una conca naturale realizzata dai contrafforti rocciosi delle tre cime circostanti: il Monte Turlo (2437 m), il Torrione Mazzucchini (2556 m) e il Ciarm del Prete (2389 m).
Per raggiungerlo si può salire da Lemie con l'auto fino all'Alpe Milone a 1559 m (su strada non asfaltata), poi imboccare il sentiero n°127 che sale sulla sinistra orografica del Rio d'Ovarda, attraversa Pian del Giuoco e raggiunge dapprima il Lago Piccolo (2152 m) e il Lago Grande (2213 m) e termina proprio in corrispondenza del Lago Lungo.

Ma c'è anche un'altro sentiero per raggiungere il Lago Lungo, un sentiero meno noto e meno battuto, ma molto affascinante.
Raggiungiamo in auto l'Alpe Bianca, all'ombra della fatiscente costruzione ormai tristemente nota come "l'Ecomostro dell'Alpe Bianca" una grande opera mai conclusa che prevedeva albergo, piste, impianti di risalita, biglietteria... e rimasta in stato di indecente abbandono.
Da qui la strada, non più asfaltata da qualche curva, inizia a peggiorare e decidiamo di percorrerla a piedi fino a 1467 m dove, superando il Rio Montù, si incontra il bivio a sinistra per il sentiero n°130 che supera Rocca dell'Alpe (1785 m) e si dirige verso il Lago di Viana.
In realtà si incontra prima un piccolo specchio d'acqua a 2071 m, il Lago Veilet, circondato da rocce e prati fioriti; per il Lago di Viana sarebbe necessario proseguire altri trenta minuti circa verso nord. Puntiamo invece verso sud-ovest e superiamo una piccola collina erbosa per raggiungere il Passo Veilet (2113 m), dove si incontra il lungo sentiero che scende a sinistra verso il Colle Toino (citato in un precedente post, qui il link) e sale a destra verso Ciarm del Prete, penultima tappa del nostro cammino.
Abbiamo decisamente superato la quota degli alpeggi ormai e non c'è vegetazione a placare il sole estivo, per fortuna occasionalmente coperto da alcune nuvole foriere d'ombra.

Salendo verso Ciarm del Prete le nubi coprono la visuale panoramica e il sentiero, già di per sè poco battuto e facile da perdere di vista, ma i laghi più in basso risaltano nel verde dei prati come lucenti diamanti incastonati in un diadema. Spesso sono loro a farci mantenere l'orientamento.
Prima di raggiungere la vetta del Ciarm del Prete abbiamo qualche tentennamento, ma una volta ritrovata la direzione giusta decidiamo anche di perdere un po' di tempo marcando meglio il sentiero con alcuni ometti di pietre, sempre più frequenti rispetto ai prati fioriti e ai bassi cespugli di rododendro alpino.
Dalla vetta di Ciarm del Prete attraversiamo ampie distese fiorite di tarassaco e ci dirigiamo in discesa verso nord, in direzione del Lago Lungo, ormai ben visibile, meta finale del nostro cammino.

La conca circostante ci isola anche nel silenzio, solo una leggera brezza smuove la superficie e spettina gli eriofori sulle sponde dove l'acqua è più bassa.
Il luogo è ideale per una lunga pausa, non solo per riprendere fiato dopo la camminata a ritmo sostenuto appena terminata ma anche per dedicare il giusto tempo alla riflessione descritta all'inizio.

È solo davanti a un lago come il Lago Lungo che si riesce a ripensare alle nostre azioni, a ciò che facciamo e diciamo, a come ci rapportiamo con gli altri e a ciò che, più o meno consapevolmente, esigiamo dagli altri...ponendo però tutto su un piano inconsueto, osservando tutto da una prospettiva differente rispetto a quella che siamo soliti usare ogni giorno, tutti i giorni.
Ogni cosa assume una profondità diversa, esattamente come succede a un filo d'erba per metà immerso nel lago: la parte in acqua appare ai nostri occhi ingannevolmente ingigantita, come alcuni problemi che nella quotidianità ci sembrano irrisolvibili.
Allora il lago ci ricorda che per spegnere un fuoco non serve a nulla ritornare al momento in cui è stato acceso, meglio invece cercare di capire cosa lo alimenta e come possiamo interrompere il ciclo che lo sostiene.
Ancora peggio è passare il tempo alla insistente ricerca di un responsabile o di un colpevole, dando per scontato che sia poi lui a dover risolvere il problema: è il modo migliore per rinunciare all'idea di uscire dalla nostra condizione di "vittima" invece di cambiare atteggiamento per ottenere un risultato migliore.

Il Lago Lungo è questo, al di là della pregevole area naturale che costituisce, è un luogo di introspezione; non esattamente il primo lago che proporrei per un pic-nic in montagna, per quello ci sono laghi più idonei. È uno spazio aperto ideale per fare spazio all'interno, per fare ordine, per risistemare le proprie percezioni.

Ringrazio Cristina che ha accompagnato i miei passi e che ha favorito con il silenzio il contatto più diretto con l'ambiente.









































mercoledì 31 luglio 2019

Perla del mese - Luglio

Qui non palazzi, non teatro, o loggia,  ma ’n lor vece un’abete, un faggio, un pino, 
Tra l’erba verde, e ’l bel monte vicino ...levan di terra al ciel nostr’intelletto.

  [Francesco Petrarca] 

venerdì 19 luglio 2019

Falesia La Baita - Settore NUVOLA

A distanza di anni si ritorna a praticare la roccia della falesia La Baita di Viù.
Poco è cambiato dall'ultima volta ma anche le emozioni che questa roccia può offrire erano e restano positive.

Ad attirare maggiormente la nostra attenzione è stato questa volta il settore NUVOLA.
Le prime due vie, GENNARINA e MOLLY, gradate 3C, si rivelano di semplice approccio, ideali come riscaldamento.

Si passa dunque a CIRO (5B), una placca appoggiata da affrontare in aderenza. La parte iniziale può presentare qualche lieve difficoltà a causa di uno spostamento verso sinistra successivo al primo spit. Dopo il rinvio tutto risulta più semplice potendo contare su una cresta a sinistra che offre numerosi appigli ed appoggi.

Ultima via del settore è PEPPINO (6a+) una placca appoggiata simile alla precedente ma con qualcosa di diverso. I passaggi iniziali non presentano grandi difficoltà e si raggiungono facilmente i primi spit dai quali si può proseguire sfruttando una faglia verticale fin quasi a metà della via.
Terminata la faglia si deve affrontare una ampia superficie con scarsissime opportunità di presa, allo scopo di raggiungere un davanzale più comodo al di là del quale la via risulta nuovamente più semplice fino alla catena di sosta.

Il Settore NUVOLA potrebbe, dalla base, risultare semplice o poco interessante, offrendo invece un sorprendente allenamento alla progressione in appoggiata e al miglioramento del proprio equilibrio sui piedi in placca.
Un settore che non deve mancare tra gli obiettivi di un frequentatore della falesia La Baita.

Per leggere la prima recensione della Falesia La Baita selezionare il link.

Ringrazio Enrico, Paolo e Stefano per la giornata insieme.



















































mercoledì 26 giugno 2019

La Rosa Alpina


Anche nota come Rosa delle Alpi, questo meraviglioso fiore si presenta generalmente in cespuglio e fiorisce tra Giugno e Luglio. I frutti invece maturano tra Agosto e Settembre.

La Rosa Alpina cresce preferibilmente nei boschi di conifere da 600 a 1800 m di quota.

I fiori si possono raccogliere appena sbocciati. Di queste rose si raccolgono i cinòrrodi da Agosto e Settembre fino ai primi freddi.
Prima di essere usati, i frutti devono essere privati dei semi che sono irritanti per l'apparato digerente, recuperando solamente i ricettacoli carnosi.
Questi ultimi hanno un sapore dolciastro e leggermente agre se consumati crudi, vengono però più comunemente usati per preparare confetture oppure per aromatizzare liquori.
Anche i petali possono essere impiegati per aromatizzare insalate, macedonie, oppure conditi con Rhum e zucchero, oppure per preparare frittelle. In alcuni casi vengono canditi.
Ricettacoli, foglie e petali possono essere essiccati per preparare tisane infusi e the.


Ai frutti sono attribuite proprietà vitaminizzanti, antinfiammatorie e stimolanti delle funzioni renali.

Ai fiori vengono attribuite invece solo proprietà aromatizzanti e rinfrescanti.

Prestare attenzione: le galle dei rami sono velenose.



venerdì 31 maggio 2019

venerdì 24 maggio 2019

Ex Cava Bertonasso di Avigliana TIL / 32 / 14

Dopo alcuni fine settimana di inattività ho ricominciato a praticare la falesia di Avigliana, risolvendo qualche nuova via.

TIL 6A
La via presenta un primo passaggio semplice fino al raggiungimento del quarto spit dove occorre superare un piccolo tetto strapiombante. Il passaggio che consiglio di effettuare prevede un iniziale approccio fin sotto il tetto, con un successivo spostamento più a sinistra dove è possibile individuare una faglia comoda per la mano sinistra. Una volta raggiunta la piccola faglia spostarsi a destra dove si trova uno spigolo sporgente per la mano destra. A questo punto sarà semplice osservare una buona presa per le mani proprio sopra il tetto, ora facilmente raggiungibile. Superato il tetto ci si può mantenere a sinistra per superare un passaggio su placca più liscia e poi un ultimo passaggio in prossimità della catena, estremamente divertente se affrontato con un bilanciamento a destra.


32 4B
Questa via non presenta grandi difficoltà ed offre numerose opportunità di movimento. Un diedro ricco di prese e appigli accompagna l'arrampicatore fin quasi a metà della via permettendo di raggiungere con facilità i primi 8 m di altezza. nella seconda parte ci si trova su tratti molto facili tendenti all'appoggiata più che al verticale. Consiglio comunque di rinviare cercando posizioni di equilibrio quasi sempre raggiungibili con gli spit vicini al torace o all'addome.

14 4B
Via per certi versi molto simile alla precedente. Un passaggio iniziale tra le rocce obbliga chi fa sicura a restare più distante dalla parete, ma ciò non costituisce un problema.
I passaggi finali di questa via intuitiva presentano gradoni larghi ed appigli per mani e piedi ampi e comodi.
Alla portata dei neofiti.

Per leggere la recensione delle vie VARIANTE / ZERO / BOCIA / A (ALPINI 4°BTG. SUSA) selezionare il link
Per leggere la recensione delle vie Z A. Tardito / 1 / Grundal selezionare il link

Ringrazio Elena, Federica, Simona e Valeria per la compagnia durante la sperimentazione su queste nuove vie.