martedì 28 febbraio 2017

Perla del mese - Febbraio

Non si può amare senza conoscere, ma non si può veramente conoscere se non per forza dell'amore.

[Ettore Castiglioni da "Il Giorno delle Mesules"]



domenica 19 febbraio 2017

Pra 'd Mill

Questa escursione è più che una semplice camminata. È un momento di riflessione, è un'occasione di analisi introspettiva, è un'opportunità per scollegarsi dalla routine abitudinaria e abbracciare la calma, ritmica cadenza del respiro regolare e dei passi sul pietrisco ghiacciato di un sentiero.

Per raggiungere il Monastero Dominus Tecum a Pra 'd Mill possiamo salire su un'auto e raggiungere comodamente il piccolo parcheggio antistante la struttura d'accoglienza...oppure, se il nostro interesse non si limita alla destinazione finale, possiamo dedicare del tempo ad un percorso che pur nella sua semplicità e linearità nasconde qualcosa di prezioso.

Lasciamo l'auto a Barge lungo la SP27 ed imbocchiamo Via Cottolengo costeggiando la scuola elementare. Superiamo abitazioni e negozi e poi deviamo a sinistra verso Località Gabiola costeggiando il campo sportivo. Proseguiamo sempre sulla strada principale procediamo su un ponte che scavalca un piccolo corso d'acqua e arriviamo ad un bivio: deviamo a destra restando sulla strada principale e dirigendoci verso una ben segnalata "area attrezzata e laghetto dei pescatori".

Giungeremo dinanzi alla piccola chiesa di Borgo S. Antonio e ad un altro bivio, continuiamo a destra su Via Gabiola dove troveremo la prima indicazione per Pra 'd Mill: una scritta verniciata su un fondo nero.
Continuiamo sulla strada principale, superando Ruà Paulida, San Chiaffredo con la sua chiesetta, Ruà Martellotti e Ruà Bonade, mentre il numero delle abitazioni si fa più esiguo fino al termine della strada asfaltata e poi al laghetto dei pescatori.

Poco dopo aver superato i 622 m di quota si supera un piccolo ponte, passando sulla sinistra orografica del Rio Infernotto che ci accompagnerà per un lungo tratto del sentiero nel bosco, mettendosi in mostra tra strette cascate e zone più ampie del suo alveo.
Verso la fine il percorso prenderà a salire nel bosco allontanandosi gradualmente dal Rio Infernotto lungo un sentiero occasionalmente marcato da segnavia gialli recanti una croce. Difficile in ogni caso perdere la strada...

Questo sentiero non può che essere percorso in silenzio, specialmente nella seconda parte dopo aver abbandonato le case e l'asfalto.
Non si tratta di un percorso impegnativo, non è una cima impervia da raggiungere, nè tantomeno una passeggiata fine a sè stessa. Trattarla come una mera occasione per calzare gli scarponcini e muoversi a piedi ne sminuirebbe il valore.
Se ciò che state cercando è solo una elementare camminata allora il mio consiglio è di cercare un'altra destinazione. Se invece avete necessità di evadere dal caotico turbinare delle attività della settimana, se ciò che cercate è un luogo di pace per fare ordine nella vostra mente e nel vostro cuore, se sentite il bisogno profondo di solitudine e serenità...allora questa è un'esperienza da non perdere.

Ringrazio ancora i monaci per la cortesia e per la gentile ospitalità.




giovedì 9 febbraio 2017

Roc del Col

Le tracce dell'insediamento umano di Roc del Col furono ritrovate nel 1980, a due anni dalla scoperta del primo insediamento preistorico nelle valli pinerolesi.
Risale alla media Età del Bronzo ed è il più alto sito di tutto l'arco alpino occidentale (2083 m di quota) nel quale siano state scoperte tracce di frequentazione umana in epoca preistorica.
Collocato sulla sommità rocciosa di un rilievo morfologico che si eleva dalla Piana di Cerogne: sul versante nord-est è caratterizzato da ripidi pendici boscose, sul versante sud da ampie zone di pascolo sopra la fascia arborea. L'area sommitale è disseminata da grandi blocchi di pietra e da affioramenti rocciosi, di cui il più grande si sporge fortemente sulla valle.
La campagna di scavi è stata condotta nel 1983 dal centro Studi e Museo d'Arte Preistorica di Pinerolo unitamente alla Sopraintendenza Archeologica del Piemonte, con l'aiuto del Battaglione Alpini "Susa" dell'Esercito Italiano.
I livelli archeologici più antichi hanno documentato la presenza di un sito abitativo preistorico complesso, dislocato in capanne all'aperto e nei ripari sottoroccia presenti nell'area.
L'importanza del ritrovamento è notevole poichè evidenzia come già nel 1500 a.C., su queste montagne il bestiame venisse trasferito in stanziamenti a carattere stagionale per sfruttare i pascoli di alta quota.



L'escursione a Roc del Col si presenta facile e alla portata di tutti.
Anche in periodo invernale la neve sul pendio non presenta particolari problemi, può anzi rivelarsi divertente da affrontare per fornire un pizzico d'avventura in più per questa breve e semplice camminata.
Lasciamo l'auto lungo la strada Statale 23, poco dopo il centro abitato di Fraisse, prendiamo a salire i cinque tornanti di una pista sterrata che conduce rapidamente al Colletto di Fraisse.


Dopo il quinto tornante la strada percorre un lungo tratto dritto che costeggia una macchia boscosa per poi giungere a un bivio. La strada a sinistra conduce a Faussimagna, a destra invece si raggiungono le case, ormai in gran parte abbandonate, del Colletto.
Oltrepassiamo le case e pieghiamo decisamente a destra per salire lungo un sentiero coperto dalla neve ma abbastanza intuibile tra gli alberi fino a raggiungere una zona più rocciosa e molto panoramica nonostante la quota relativamente bassa.
La vista della croce sulla sommità del colle è appagante come  anche il panorama che permette di spaziare con lo sguardo dal Colle dell'Assietta, al Colle delle Finestre, alla piana di Cerogne, di Balboutet e di Usseaux, dall'affascinante profilo innevato dell'Albergian al centro di Pragelato ai suoi piedi.

Ringrazio Cristina, Paola e Valeria per la compagnia lungo il cammino e per avermi fatto apprezzare ancora il "profumo dell'aria fredda".