mercoledì 31 agosto 2016

Perla del mese - Agosto

Perché vivere è come scalare le montagne: non devi guardarti alle spalle, altrimenti rischi le vertigini. Devi andare avanti, avanti, avanti...
Senza rimpiangere quello che ti sei lasciato dietro, perché, se è rimasto indietro, significa che non voleva accompagnarti nel tuo viaggio.
Però ti è servito anche quel pezzo di roccia che non riesci più a vedere, ti ha fatto capire, ti ha dato slancio...


[Giulia Carcasi]




mercoledì 10 agosto 2016

Norme di comportamento in montagna


Se le possibilità di rifornirsi di acqua possono essere limitate per l'acquisto del cibo possono diventare nulle: si studi accuratamente la cosa per essere totalmente autonomi. Questo vale a maggior ragione per medicinali e cerotti...
In una società perennemente connessa può sembrare strano che il telefonino non sempre e ovunque abbia campo: in montagna può succedere (e può anche essere un'esperienza liberatoria).
Lo sforzo fisico in montagna richiede acclimatamento, è bene quindi prevederlo nella preparazione delle giornate. Soprattutto se si pensa di raggiungere quote elevate in poco tempo: attenzione il mal di montagna non è solo un mal di testa e senso di nausea passeggero, è un edema cerebrale. Una corretta preparazione imporrebbe anche di verificare la forma fisica di ognuno, e magari fare un po' di allenamento nei mesi precedenti.
Ognuno valuti poi che handicap può essere non solo la disabilità, ma problemi anche temporanei di deambulazione, una recente rottura dei legamenti o una storta, le bolle ai piedi, soffrire di vertigini, asma, essere soggetti ad attacchi d'ansia, essere sovrappeso... Per questo è importante sia calibrare attentamente l'itinerario, sia mettersi alla prova per tempo.

Infine, si faccia attenzione che la montagna è un ecosistema delicato, sia per gli aspetti naturali che per quelli umani. Anche se la presenza dell'uomo si percepisce meno che altrove, tutte le nostre montagne sono state “addomesticate” nel corso dei secoli (non pensiate che si formino da soli prati, castagneti, sentieri...), e teniamo presente che le condizioni in cui le troviamo sono il frutto del lavoro di chi ci vive e fatica. Allora dovremo ricordare che quello che a noi sembra una foresta incontaminata è il salotto di casa per la signora che va a funghi, per il boscaiolo, per l'operaio forestale, per il malgaro, e quindi fare attenzione a non calpestare i prati da falciare, non lasciare tracce, riportare indietro la propria spazzatura, insomma non comportarsi come i padroni del mondo. Garbo, stile, discrezione, saranno certamente apprezzati, come anche salutare chi si incontra (una delle cose più belle sui sentieri). Non escludiamo anche di fermarci a parlare con la gente del posto, a offrire un aiuto per spostare legna o per rastrellare un prato, un'ora persa di cammino sarà ripagata ampiamente!

Non diamo per scontato che ovunque si possano piantare le tende: quasi sempre è vietato, o bisogna accordarsi col proprietario o verificare da che altezza ci si può fermare per la notte, nei parchi è sempre proibito.

Per apprezzare meglio i posti che attraverseremo, perché non documentarsi prima anche sugli aspetti naturalistici, geologici, botanici, o sulle storie che i luoghi raccontano, la civiltà i personaggi, le vicende delle valli?