mercoledì 31 maggio 2017

Perla del mese - Maggio

Chi si dà all’alpinismo con i soli muscoli si ritrarrà da esso dopo pochi anni.
Chi è alpinista col cervello e col cuore saprà trovarvi valori tutta la vita,
tanto da giovane quanto da vecchio.


[Gunther von Saar]






domenica 21 maggio 2017

Indicatori di cambiamento del tempo

Riconoscere i segnali della natura, associandoli a osservazioni che possono essere effettuate con strumenti (altimetro, termometro) e a informazioni sull'evoluzione meteorologica a grande scala, è utile per valutare l'evoluzione meteorologica locale, soprattutto quando si è in montagna ed è necessario essere protagonisti delle proprie decisioni. Di seguito alcuni fenomeni la cui osservazione è significativa.

Gli aloni del sole e della luna
L'alone è un cerchio luminoso che si forma intorno al sole o alla luna, di colore bianco. In alcuni casi, se si forma intorno al sole, si possono osservare delle sfumature rosso-viola. L'osservatore vede l'alone con un raggio tale per cui l'angolo sotteso è di 22 gradi, angolo di deviazione della luce rifratta dai cristalli di ghiaccio esagonali. Quindi la presenza degli aloni è indicativa della presenza di cristalli di ghiaccio alle quote più alte. Si può osservare in concomitanza con cirri o cirrostrati, oppure può indicare l'imminente formarsi di queste nubi. Dopo un periodo di tempo buono, l'alone indica la presenza di umidità in quota e può presagire quindi l'arrivo di una perturbazione ancora prima dell'arrivo dei cirri. Anche la formazione del cosiddetto "finto sole" (parelio), ossia l'immagine del sole dovuta alla rifrazione dei cristalli di ghiaccio, dà indicazione della presenza di umidità in quota.

Altri fenomeni
Il colore del cielo normalmente è azzurro perchè la luce proveniente dal sole viene diffusa in tutte le direzioni dalle molecole d'aria e questa diffusione è massima per le frequenze maggiori, del blu e del violetto; più l'aria è secca più la tonalità del blu sarà intensa.
Al tramonto la luce proveniente dal sole deve attraversare un tratto maggiore di atmosfera, incontrando un numero maggiore di molecole da cui viene diffusa.
All'osservatore a terra arriveranno le componenti meno diffuse e i colori prevalenti assumono tonalità dal giallo all'arancione. Inoltre, negli strati più bassi, l'atmosfera è ricca di polveri che contribuiscono alla diffusione della luce e tendono a far assumere al cielo un colore rosso. Un tramonto rosso vivo, con la base delle nubi alte illuminate dal sole, indica una situazione di bel tempo, con aria secca ad Ovest, direzione privilegiata dalla quale ci aspettiamo provenire le perturbazioni.
Viceversa colori tendenti al giallo indicano la presenza di umidità ad Ovest, in particolare quando i contorni del sole risultano sfumati, e quindi sono segno di un peggioramento del tempo per l'indomani. Il cielo rosso all'alba segnala invece la presenza di nubi di ghiaccio alle quote più alte: il cielo potrà essere velato per tutta la giornata; se il vento alla quota delle nubi proviene dai quadranti occidentali è possibile che le nubi siano il primo segno dell'arrivo di un fronte caldo.

Le scie di condensazione lasciate dagli aerei (alle quote dei cirri) mostrano la presenza di umidità in quota: il loro permanere per un certo tempo è indizio di aria molto umida. In caso di presenza di cirri, la scia di condensazione dell'aereo e le polveri residue della combustione, tendono a generare nuclei di ulteriore condensazione ed i cirri tendono ad ispessirsi.

Anche l'evoluzione di un livello di inversione termica, che mantiene una nuvolosità compatta al di sotto, visibile la mattina presto dalle cime delle montagne che rimangono libere, può essere indicativa dell'evoluzione meteorologica a breve tempo. L'inversione si ha in condizioni anticicloniche, con tempo bello e stabile, si forma durante la notte e si dissolve, insieme con la nuvolosità contenuta al di sotto, con il progressivo riscaldamento da parte del sole. Un irregolare sollevamento del livello d'inversione, senza che si dissolva la nuvolosità, insieme con l'apparire nel cielo di nubi più alte, è generalmente preludio ad un peggioramento delle condizioni del tempo per la giornata.

Anche venti anomali, in direzione o intensità, in una località normalmente soggetta al regime di brezza (alterazione del regime di brezza) indicano un peggioramento del tempo: venti di brezza regolari sono legati ad una situazione meteorologica stabile di bel tempo.

(Articolo a cura degli Organi Tecnici Centrali del Club Alpino Italiano)

domenica 7 maggio 2017

Monte Bracco

"O tempo, veloce predatore delle cose create, quanti re, quanti popoli hai tu disfatti, e quante mutazioni di stati e varii casi sono seguìti, dopoché la meravigliosa forma di questo pesce morì per le cavernose e ritorte interiora del monte, ...ora, disfatto dal tempo, paziente diaci in questo chiuso loco; colle spolpate e ignude ossa hai fatto armadura e sostegno al soprapposto monte."
(Leonardo da Vinci)

Sono passati poco più di cinque secoli da quando il più famoso e poliedrico scienziato della storia rinascimentale italiana attraversò il Piemonte e il nord della penisola, intraprendendo viaggi che lo condussero in visita nelle corti di numerose città e che gli permisero soprattutto di osservare e studiare la geomorfologia del nostro territorio.
Grazie alle sue eccezionali competenze e al suo straordinario intelletto Leonardo da Vinci cominciò a comprendere la durata dei tempi geologici, i fenomeni tellurici e la composizione delle rocce e dei fossili.

Uno dei suoi più importanti laboratori di osservazione all'aperto fu proprio il Monte Bracco, basso prolungamento delle Alpi Cozie non molto distante dal capoluogo, uno degli ultimi rilievi a spingere il Fiume Po nelle ampie pianure verso Torino.

Il Monte Bracco può apparire semplicemente come un rilievo di modesta altezza: 1307 m, disposto come una barricata a chiudere la Valle Po, interessante punto panoramico della piana tra Saluzzo e Staffarda, circondato dai centri abitati di Barge, Sanfront, Paesana, Rifreddo e Revello.
Ciò che maggiormente sorprende è il carattere di questa montagna.
Ogni versante, ogni cresta, ogni centro abitato, ogni macchia boschiva, ogni pietra, nasconde un piccolo interessante tesoro. Visitare il Monte Bracco è come scoperchiare un antico baule ricco di cimeli, antichi e recenti, tutti con una affascinante storia da raccontare.
Dalle incisioni rupestri ai cimeli architettonici feudali dei Marchesi di Saluzzo, dalle cave di gnaiss alle balme ammantate di mistero, dalle ombrose macchie di castagni governati a ceduo o a fustaia ai lucenti riflessi della quarzite nella roccia, dalle pareti di arrampicata ai percorsi naturalistici, dal richiamo del codirosso tra gli alberi alla vecchia pelle del biacco abbandonata tra le rocce al sole...il Monte Bracco ha molto da offrire ad ogni suo visitatore.

Uno dei suoi tesori più apprezzati è il Sentiero di Leonardo: un percorso di circa 30 km con un dislivello complessivo che tra salite e discese supera i 1000 m.
Il Sentiero di Leonardo permette di effettuare un lungo giro intorno alla cima toccando numerosi punti di interesse, è un'escursione che si può effettuare anche in inverno lasciando che il silenzio del bosco venga interrotto dallo scricchiolare della neve sotto i nostri passi.

Altra magnifica escursione che consiglio vivamente è la salita alla Croce di Envie, cima panoramica del Monte Bracco.
La Croce di Envie è facilmente raggiungibile con una camminata non impegnativa, ad esempio partendo da Pian delle Monache, salendo alla Certosa di San Giacomo, per poi deviare verso sud in direzione di Rocca Marmera a 1020 m di quota e proseguendo verso Rocca dell'Oro e Rocca Surana.

Il sentiero è chiaro e ben tracciato nonostante le varie deviazioni che permettono di visitare incisioni rupestri (come ad esempio quelle nei pressi di Ciabot Tasson) oppure cave di quarzite (a quota 1234 m, dopo il Pian della Tagliata)  e le abitazioni, ormai in rovina, degli scalpellini che in passato vivevano nei pressi delle cave.

Ultimo consiglio: invito ad approfittare della generosa cordialità della Locanda della Trappa, proprio nei pressi della Certosa di San Giacomo, altra meraviglia storica assolutamente da non perdere.

Ringrazio Amelia, Cristina e Paolo per la compagnia lungo il cammino e in parete.
Un ringraziamento speciale anche a Oscar per la gentile ospitalità e per l'accoglienza nella sua casa.
























STORIA DELLA ANTICA CERTOSA DEL MOMBRACCO
L'anno certo di fondazione del monastero è ignoto. Sin dalla metà del Duecento dovettero esistere sul Mombracco due, o forse tre chiese, dedicate rispettivamente alla Beata Vergine, alla Santa Croce e al Salvatore, officiate da monaci o da eremiti.
Intorno al 1275 il complesso fu annesso alla certosa femminile di Belmonte. Sembra, però, che abbia mai ospitato monache. La chiesa fu, comunque, officiata fino alla fine del secolo.
Dopo un'interruzione, il Trecento vide il ritorno di alcuni monaci alla Certosa, grazie a donativi dei Marchesi di Saluzzo. La chiesa di San Salvatore divenne oggetto di grande devozione e attrasse fedeli e pellegrini. Intanto i monaci ponevano mano alla costruzione del convento, che prese il nome di Santa Maria di Mombracco.
La Certosa fu ancora per due secoli luogo di vita ascetica e di assoluta povertà, finchè, dopo la peste del 1630, se ne impose la chiusura.
Nel 1794 i Padri Cistercensi Riformati del celebre Monastero de La Trappe, in Normandia, fuggiti dalla Rivoluzione Francese, vi si stabilirono animando un'ultima breve, intensa stagione di vita spirituale, finchè ne furono scacciati dall'editto napoleonico del 1802. Il piccolo borgo fu quindi privatizzato.
La piccola chiesa dalla nuda, suggestiva luminosità è stata restaurata. È officiata la prima Domenica di Agosto (festa di San Giacomo) e la seconda Domenica di Ottobre (festa dei paesi del Mombracco).