sabato 4 aprile 2015

Uja di Calcante (Parte 1)

Uja di Calcante. 1614 m.

È da diverse settimane che corteggio questa montagna. Durante la settimana l'aria è tersa e il sole splende, tutto fa presagire un'escursione piacevole. Poi il tempo peggiora, o i compagni di escursione non riescono a liberarsi oppure gli impegni si affollano e mi costringono a dedicare molto meno tempo del previsto ai miei progetti di montagna.

Ma quella punta aguzza (Uja in patois) continua ad attirarmi, leggermente velata di neve, mostrando il suo profilo frastagliato e la sua lunga cresta sud che scende fino al Colle Pra Lorenzo e prosegue verso Monte Bellacomba e Punta d'Aprile. 

Questa cima ha un fascino che fatico ad interpretare, un fascino a cui faccio fatica a resistere.
Così una Domenica provo ad avvicinarmi per capirla meglio, per provare ad ascoltarla più da vicino.

Parcheggio l'auto non lontano dalla frazione Malerba di Traves, seguo la strada fino all'ultima casa e poi devio a destra su una scala indicatami da un'anziana del luogo che mi suggerisce di salire seguendo la "röia". Terminata la scala infatti incontro il sentiero e una stretta roggia per l'acqua.
Devio a sinistra e seguo un lungo tratto di sentiero accanto al piccolo canale che prosegue quasi perfettamente in piano fino al Colle Figiai, poi imbocco il breve tratto 256 che mi porta dentro una macchia d'alberi fino a Pian Bracon in un incantevole boschetto di betulle ed una tettoia, frutto del lavoro dell'assessorato alla montagna della regione Piemonte, come indica un evidente cartello.

Mi soffermo a chiacchierare con un uomo intento a godersi il sole alto e mi descrive con toni da innamorato il sentiero che mi separa dalla meta: il sentiero a gradoni bassi dedicato a Pier Giorgio Frassati, tanto legato a quella montagna e a quei luoghi...le rocce attorno alla zona delle miniere, così simili al set di qualche vecchio film western al punto da aspettarsi di veder sbucare i Pellerossa dietro di esse, pronti per un'imboscata...la freschezza e la purezza dell'acqua a Fontanette, ultimo punto acqua prima dei tornanti verso Colle Pra Lorenzo che mi garantisce essere uno spettacolo unico in primavera quando colori e profumi esplodono con il massimo di tutta la loro energia.
Unica nota dolente: la tanto agognata cima è separata dal Colle Pra Lorenzo da un sentiero che "occorre un po' inventare" e che a suo avviso richiede almeno altre tre ore da Pian Bracon. Inutile descrivere il mio sconforto: non ho tutto questo tempo e dopo Fontanette la neve è sufficientemente fusa da impedire un passaggio agevole.

Torno quindi indietro, più deciso che mai a riprendere il cammino in un'altra occasione.


Il sentiero (almeno la parte percorsa) che conduce all'Uja di Calcante è piacevole e non particolarmente impegnativo. Attenderò con ansia l'occasione per terminare ciò che ho iniziato.

Clicca qui per leggere il post Uja di Calcante (Parte 2)

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