Uja di Calcante. 1614 m.

È da diverse settimane che corteggio questa montagna. Durante la settimana l'aria è tersa e il sole splende, tutto fa presagire un'escursione piacevole. Poi il tempo peggiora, o i compagni di escursione non riescono a liberarsi oppure gli impegni si affollano e mi costringono a dedicare molto meno tempo del previsto ai miei progetti di montagna.
Ma quella punta aguzza (Uja in patois) continua ad attirarmi, leggermente velata di neve, mostrando il suo profilo frastagliato e la sua lunga cresta sud che scende fino al Colle Pra Lorenzo e prosegue verso Monte Bellacomba e Punta d'Aprile.
Questa cima ha un fascino che fatico ad interpretare, un fascino a cui faccio fatica a resistere.
Così una Domenica provo ad avvicinarmi per capirla meglio, per provare ad ascoltarla più da vicino.
Parcheggio l'auto non lontano dalla frazione Malerba di Traves, seguo la strada fino all'ultima casa e poi devio a destra su una scala indicatami da un'anziana del luogo che mi suggerisce di salire seguendo la "röia". Terminata la scala infatti incontro il sentiero e una stretta roggia per l'acqua.


Unica nota dolente: la tanto agognata cima è separata dal Colle Pra Lorenzo da un sentiero che "occorre un po' inventare" e che a suo avviso richiede almeno altre tre ore da Pian Bracon. Inutile descrivere il mio sconforto: non ho tutto questo tempo e dopo Fontanette la neve è sufficientemente fusa da impedire un passaggio agevole.
Torno quindi indietro, più deciso che mai a riprendere il cammino in un'altra occasione.
Il sentiero (almeno la parte percorsa) che conduce all'Uja di Calcante è piacevole e non particolarmente impegnativo. Attenderò con ansia l'occasione per terminare ciò che ho iniziato.
Clicca qui per leggere il post Uja di Calcante (Parte 2)
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