
Il 30 Luglio 1674, a lavori ultimati, si cerca a Torino qualcuno che benedica la cappella e celebri la Messa.
Nel 1939 il Reverendo Domenico Obert commissiona un restauro della Cappella all'interno della quale vi fu incoronata la statua di Nostra Signora della Pace.
La Cappella venne nuovamente restaurata dopo i danni provocati dalla Seconda Guerra Mondiale.
Il 15 Novembre del 1944 ha qui infatti luogo la "Battaglia del Bandito" tra le truppe tedesche situate nella zona di Forno e le brigate partigiane posizionate proprio sopra la frazione La Calma che avevano l'obiettivo di difendere i numerosi compagni feriti e ricoverati al Pian Audi.
La 47°, la 49° e la 77° brigata trascorrono la fredda notte del 16 Novembre all'addiaccio e al buio mentre i tedeschi tentano di individuarli con i bengala.
Al mattino inizia l'attacco con le mitragliere da 20 mm che sparano dalla Cappella dei Milani e con la fanteria che sale da Cimapiasole e da Levone, mentre altre truppe aggirano la montagna ed avanzano verso Corio in una manovra di accerchiamento.

L'ultima a cedere è la 47° che lascia molti caduti prima della ritirata. Una lapide commemorativa viene posta nel 2008 in memoria dei caduti per la libertà rimasti uccisi in battaglia.
Ad Enrico Brugo, comandante di distaccamento della eroica 47° Brigata garibaldina "Carlo Monzani" è stata conferita la Medaglia di Bronzo alla memoria.
Actis Perino Livio anni 19, di Caluso
Brugo Enrico anni 19, di Vische
Dondana Felice anni 19, di Torino
Favre Celestino anni 28, di Cuorgnè
Mastroianni Domenico anni 21, di Benevento
Sereno Giovanni anni 23, di Ciriè
Tubito Giovanni anni 21, di Rivarolo
Sandretto Giobattista anni 46, di Locana
Sandretto Amedeo anni 35, di Locana
La Cappella del Bandito non rappresenta solo la meta di una piacevole escursione, ma un piccolo grande frammento della nostra Storia.
Ripercorrendo questi sentieri, sedendosi all'ombra degli alberi che circondano la cappella, osservando le cime ed i paesi circostanti, viene inevitabilmente spontaneo pensare a quei giovani che abbandonarono le loro case per unirsi alla Resistenza. Si prova un po' di disagio quando ci si confronta con un tale coraggio, i nostri problemi e le nostre difficoltà quotidiane si ridimensionano, ci si sente piccoli ed insignificanti di fronte alla vita vissuta da quegli uomini che forse non avevano mai neppure considerato l'idea di essere definiti degli eroi.


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Ultimo bivio per la Cappella del bandito, seguire la strada a destra |
Giunti a La Calma si prosegue a sinistra per San Bernardo fino alla chiesa, dietro la quale si può trovare una fonte per l'acqua. Davanti alla chiesa si incontra un bivio: a sinistra per Case Aggiorgio e Case Mecio, a destra la strada prosegue asfaltata per circa 350 metri, poi diventa più ripida e sterrata, fino ad un bivio chiaramente indicato da alcuni cartelli: a destra, dopo un breve tratto di strada, ci si imbatte in un nuovo bivio dove occorre tenere nuovamente la destra, superare una sbarra di divieto di transito per veicoli e dopo un rapido tratto in leggera discesa si raggiunge la spianata dove sorge la Cappella del Bandito (1002 m).
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In evidenza il percorso effettuato per Cappella del Bandito (in blu) e per Testa Brusà (in arancione) |
Dal bivio dopo San Bernardo si può proseguire a sinistra per raggiungere con facilità un piazzale nel bosco, dopo di esso la sterrata si fa più stretta e ripida fino a Testa Brusà (1351 m) dove si gode di una vista meravigliosa su Pian Audi, Corio e tutto il vallone scavato dal Malone.
Piuttosto deludente però trovare la cassetta in metallo che dovrebbe ospitare il quaderno di vetta ripiena di rifiuti lasciati da escursionisti poco rispettosi.
La camminata alla Cappella del bandito e la deviazione a Testa Brusà sono state una piacevole evasione dalla quotidianità, oltre naturalmente ad avermi permesso di effettuare un piccolo tuffo nel nostro travagliato passato bellico e ad avermi consentito di calpestare la prima neve del 2016.
Un itinerario che non ha deluso le aspettative.







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