Tutti conoscono qualche leggenda, qualche storia a cavallo tra realtà e fantasia, magari tramandata solamente a voce, zeppa di riferimenti a fatti storici ma anche farcita di avvenimenti non accertati più o meno probabili.
Le montagne sono piene di storie come queste, storie spesso irreali ma sopravvissute al tempo non si sa come, però "si narra..."
Va detto: le leggende affascinano ed è forse questa loro caratteristica a renderle così intriganti e capaci di resistere al tempo e alla storia.
Ecco perchè quando si passeggia nella Valle di Angrogna, magari diretti a Oddino o Pradeltorno, e ci si imbatte nelle indicazioni "GUIEIZA D'LA TANA", viene immediatamente voglia di fare una piccola deviazione.
Sì, perchè il luogo in questione altro non è che una piccola caverna dall'ingresso basso e stretto, illuminata da una lunga fenditura sulla sommità della volta, immersa in un bosco di aceri, faggi e frassini, ma come già suggerisce il nome, che letteralmente si può tradurre in "Chiesa della tana", questo luogo può anche vantare un buon numero di leggende sorte tempo fa e ben note ancora oggi.
Sì, perchè il luogo in questione altro non è che una piccola caverna dall'ingresso basso e stretto, illuminata da una lunga fenditura sulla sommità della volta, immersa in un bosco di aceri, faggi e frassini, ma come già suggerisce il nome, che letteralmente si può tradurre in "Chiesa della tana", questo luogo può anche vantare un buon numero di leggende sorte tempo fa e ben note ancora oggi.
La più nota lo descrive come un segreto luogo di ritrovo e di culto per i Valdesi che abitavano quest'area.
"I Valdesi non fanno parte della Chiesa Cattolica, come la maggior parte della popolazione italiana di ieri e oggi, ma sono Protestanti poiché nel 1532, durante un’assemblea svolta in queste valli, a Chanforan, decisero di far parte della Riforma Protestante.
Questa riforma nasce dalla protesta nei confronti della Chiesa cattolica del Cinquecento, un’epoca in cui il clero viveva nel lusso e s’immischiava negli affari politici: coloro che si opposero a questa situazione, tornando a una religione più vicina a quella descritta nei Vangeli, vennero appunto detti protestanti.
I Valdesi sono dunque dei cristiani che, a partire dal Medioevo, decisero di seguire l’esempio del mercante francese Valdo: egli decise di rinunciare a tutti i suoi beni e vivere in povertà come i primi discepoli di Cristo seguendo quanto scritto nella Bibbia.
In cosa credono i Valdesi? Durante la funzione religiosa vengono svolti i soli due sacramenti presenti nella Bibbia: il Battesimo (celebrato da piccoli o a 16 anni) e la Santa Cena (cioè, la Comunione); per lo stesso motivo le uniche festività puramente religiose sono il Natale e la Pasqua; coloro che sono chiamati a svolgere il servizio pastorale (i pastori, che di norma amministrano il culto domenicale) non ricevono un particolare potere che li distingue dagli altri membri. Il culto va reso solo a Dio Padre, e credono in una chiesa senza gerarchie in cui l’unico capo è Gesù Cristo."
Sempre secondo la leggenda i Cattolici che perseguitavano i Valdesi riuscirono a trovare la caverna e tesero una terribile trappola ai fedeli al suo interno, bloccando l'ingresso e versando sui malcapitati olio bollente dalla fenditura in alto o lasciandoli all'interno a morire di fame e di stenti.
In realtà è assai improbabile che la caverna venisse usata in tal modo dai Valdesi proprio perchè l'ingresso e l'uscita avvengono con difficoltà, una persona alla volta e in modo per nulla furtivo. Una struttura del genere diventa facilmente una trappola per una comunità che invece sapeva di essere oggetto di persecuzioni e che sicuramente prediligeva radunarsi nel bosco dove, in caso di necessità, sarebbe stato più semplice dileguarsi evitando così la cattura, la prigione o la morte.
Ma questo pensiero non sfiora il visitatore della Guieiza perchè troppo impegnato a viverne l'affascinante e meraviglioso lato tetro e misterioso.
Il sentiero nel bosco che si dipana dall'ultimo tornante della strada asfaltata prima di raggiungere Prassuit da Angrogna, le silenziose case di Località Carlevà, il bosco e le rocce nell'area, la stretta scalinata di pietra che scende fino all'imboccatura della caverna (pietre levigate, prestare attenzione dopo le pioggie) le scure pareti interne della fenditura e i giochi di luce che dalla volta si allungano come lame all'interno fin sul terreno (e che ricordano per molti aspetti gli stessi giochi di luce dei colorati rosoni di un'antica cattedrale) rendono la Guieiza d'la Tana un luogo suggestivo e incantato.
Si lascia ammirare in silenzio, mentre noi veniamo avvolti nell'ombra fresca, nell'attesa che gli occhi si abituino alla semioscurità, e subito ci si sente accolti da quel grembo di roccia e terra che pare sia lì a voler proteggere il nostro lato più vulnerabile e fragile.
Ringrazio Cristina e Giorgia per questa visita totalmente fuori programma, Spero di poter tornare presto e terminare ciò che insieme abbiamo iniziato.
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