Il castagno è una pianta arborea diffusa in moltissimi boschi collinari, in genere dai 200 ai 1200 m di quota, ma può arrivare in alcuni casi anche a 1600 m, come ad esempio sulle pendici dell'Etna.
L'albero del castagno ha una storia molto antica, risalente addirittura a 60 milioni di anni fa. Studi storici hanno dimostrato che in Italia centrale intorno al 1000 a.C. si registrava una presenza di pollini di castagno pari all’8 %, con un aumento nel periodo dell'Impero Romano e all'inizio dell'era cristiana.
L'areale di distribuzione delle piante di castagno in Europa si estende in tutta l'area settentrionale del Mediterraneo e comprende Portogallo, Spagna, Italia, Grecia e paesi della penisola balcanica, Turchia e Georgia.
Non esistono in Italia castagneti spontanei, tutti sono il risultato di trapianti operati dall'uomo in epoche molto remote.
Riconoscere un castagno in età adulta è molto semplice considerato quanto sia ben noto a chiunque il suo frutto racchiuso nella cupola spinosa comunemente chiamata riccio.
Può capitare raramente di imbattersi in esemplari con una ramificazione che parte da un'altezza dal suolo molto ridotta, generalmente però il tronco è dritto e ramificato in alto.
La corteccia grigio scura, profondamente scanalata con fessure che seguono un andamento a spirale, nelle piante più giovani è liscia e tende al bruno rossastro. Un albero di castagno può raggiungere e superare i 35 m di altezza e il tronco anche 4 o 5 metri di diametro.
Il suo legno è duro, compatto e robusto, ma a volte tende a fendersi verticalmente lungo le fibre, ciononostante alcuni antichi detti suggerivano di far dormire i bambini in culle fatte di legno di castagno per farli crescere forti e sani come l'albero. Viene anche usato per pali da costruzione e sostegni di vario tipo, ha invece un modesto valore combustibile perchè brucia con poca fiamma e molta cenere.
Le foglie di castagno sono oblungo-lanceolate, con un margine dentato, opache sul lato inferiore e percorse generalmente da 10/20 coppie di nervature in rilievo.
I fiori maschili e femminili nel castagno sono presenti sulla stessa pianta.
Il miele estratto dai fiori di castagno viene raccolto generalmente tra i mesi di Giugno ed Ottobre, ha un sapore pungente e carico con un retrogusto amarognolo che può essere apprezzato anche su piatti salati di carni e formaggi stagionati, mentre non si presta molto a sostituire lo zucchero per dolcificare the o tisane.
È più facile sentire il caratteristico profumo dei fiori di castagno dopo le prime piogge autunnali.
Per la capacità dei suoi frutti di sfamare intere popolazioni montane, il castagno si avvalse del titolo di "albero del pane": le castagne, bollite, arrostite, nella zuppa, essiccate e trasformate in farina, erano alla base di molte ricette antiche, sopravvissute ancora oggi.
In Italia il castagno è anche simbolo di previdenza e generosità, per la sua capacità di donare frutti in grado di garantire un sostentamento per l'intera stagione invernale.
Un'altra abitudine consisteva nel donare castagne durante il matrimonio, sostituite in tempi più recenti dai confetti.
La produzione mondiale di castagne e marroni è pari a poco meno di mezzo milione di tonnellate annue e proviene quasi totalmente dai continenti asiatico ed europeo: negli anni passati, contrariamente a quanto verificatosi in Asia, in Europa la produzione ha subito una forte contrazione, passando dalle oltre 300.000 tonnellate del periodo 1961-1965 alle attuali 140.000 tonnellate, con una lieve ripresa nell'ultimo decennio.
Negli ultimi 40 anni in Italia si sono drasticamente ridotte sia le superfici coltivate a castagno che le relative produzioni; tale contrazione ha registrato un notevole rallentamento negli anni '80, al termine dei quali la superficie a castagno da frutto ha raggiunto una certa stabilità. La produzione italiana nell'ultimo ventennio infatti si è sostanzialmente stabilizzata, seppure con ampie oscillazioni, tra le 50.000 e le 70.000 tonnellate annue.
Una notevole quota della produzione italiana è collocata sui mercati esteri allo stato fresco, mentre si stima che l'industria dolciaria nazionale assorba ogni anno 7000/7500 tonnellate di merce. Il 6% viene invece essiccato. La parte restante della produzione, di poco inferiore al 50% del totale, è commercializzata allo stato fresco sui mercati interni o è utilizzata per l'alimentazione zootecnica oppure è destinata all'autoconsumo di tipo familiare. A partire dal 1992 le esportazioni italiane di prodotto fresco e trasformato hanno ripreso ad aumentare, oscillando negli ultimi anni intorno alle 20.000 tonnellate. Il prodotto è indirizzato principalmente a Stati Uniti e Canada, che assorbono oltre il 20% dell'esportato, a Francia e Svizzera (18%).
Le importazioni consistono in prodotto quasi esclusivamente fresco, proveniente soprattutto da Spagna, Portogallo e Turchia, ove il costo della manodopera è inferiore al nostro, ma cui si contrappone una minore standardizzazione delle varietà colturali.
Occorre preservare e tutelare le piante di castagno dai parassiti, dagli effetti dannosi dell'inquinamento e soprattutto dagli incendi. Un castagno non è solo una rendita per gli esseri umani ma è anche un elemento fondamentale del delicato equilibrio dell'ambiente bosco, e possiamo anche dire che rappresenta il secolare collegamento tra natura e uomo che da sempre ha potuto sopravvivere anche grazie alla straordinaria generosità di questo albero.
Nessun commento:
Posta un commento