Fin dai tempi antichi il
bosco e le foreste sono state il luogo della produzione di una delle
principali materie prime naturalmente rinnovabili e prodotte senza
emissioni inquinanti: il legname.

Ma il bosco non è solo
questo e non può essere visto unicamente come fonte di risorse da
sfruttare.
Il bosco è un delicato e
complesso insieme di organismi vegetali e animali di varia entità
che vive secondo articolati cicli biologici tutti in interazione tra
loro. L'interazione è molte volte anche simbiotica e quindi ancora
più stretta. Eliminare un anello di questa catena potrebbe
compromettere una larga parte di questo sistema che la natura ha
formato con una lenta ma costante evoluzione.
Le piante che costituiscono un bosco si possono distinguere in tipologie anche molto differenti tra di loro: dagli alberi secolari che possono raggiungere anche svariate tonnellate di peso ai soffici tappeti verdi di muschi che crescono meno di un centimetro. Dalle alte piante che si sviluppano in verticale alla ricerca della maggiore esposizione solare possibile, ai bassi arbusti del sottobosco che invece prediligono di gran lunga aree fresche, umide ed ombreggiate.
Le piante che costituiscono un bosco si possono distinguere in tipologie anche molto differenti tra di loro: dagli alberi secolari che possono raggiungere anche svariate tonnellate di peso ai soffici tappeti verdi di muschi che crescono meno di un centimetro. Dalle alte piante che si sviluppano in verticale alla ricerca della maggiore esposizione solare possibile, ai bassi arbusti del sottobosco che invece prediligono di gran lunga aree fresche, umide ed ombreggiate.
Dai vegetali privi di
strutture rigide e che quindi si sostengono rivestendo il fusto di
altre piante in grado di mantenere una posizione eretta, alle
delicate piante che invece crescono all’interno di specchi d’acqua
e piccoli stagni.
Con il variare delle
stagioni e del clima, un gran numero di piante mostra variazioni nell’aspetto, nel
colore, nei fiori e nelle foglie. Altre invece, come un gran numero
di conifere resinose, rimangono con un aspetto approssimativamente
invariato per tutto l’anno. Proprio l’osservazione delle conifere
può fornire dati importanti per effettuare un’analisi delle
variazioni del nostro ambiente e dell’ecosistema in generale. Pini,
abeti e larici sono le principali specie di conifere presenti in
Piemonte, ma le conifere hanno origini antichissime facendo la loro
comparsa sulle terre emerse del nostro pianeta quasi 300 milioni di
anni fa e sviluppandosi nel periodo del Giurassico e del Cretaceo.
Tra le conifere troviamo quindi gli esseri viventi più vecchi del nostro pianeta, ma queste piante stanno vivendo una fase di regresso (in un arco temporale di centinaia di milioni di anni) diminuendo nel numero in favore delle latifoglie, piante con maggiori capacità di affermazione.

Tra le conifere troviamo quindi gli esseri viventi più vecchi del nostro pianeta, ma queste piante stanno vivendo una fase di regresso (in un arco temporale di centinaia di milioni di anni) diminuendo nel numero in favore delle latifoglie, piante con maggiori capacità di affermazione.

Le differenze sostanziali tra le conifere e le latifoglie non si presentano solamente nella loro distribuzione nell’ambiente o nelle caratteristiche dell’aspetto, ma anche nella tipologia di flora subordinata che vive in relazione con esse. Nei boschi di conifere infatti la scarsa luce che penetra nel sottobosco favorisce solo selezionate specie di piante e funghi. Nei boschi di latifoglie invece il sottobosco è molto vario, prevalgono piante dalle fioriture vistose che non rifuggono la luce.

Piante cresciute in questo ambiente armonizzato dipendono l’una dall’altra. A seguito infatti di un incontrollato abbattimento, magari in zone chiuse ed ombrose, si verifica nella stagione primaverile immediatamente successiva una intesa crescita di specie vegetali che prediligono la luce, a scapito di altre piante che non sopravvivono a forti esposizioni solari e destinate quindi a soccombere.
Per me, il bosco è fondamentale.
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