Alla
fine del 1300, dopo le guerre, l'epidemia della peste nera e la
piccola glaciazione, si verificò un generalizzato incremento della
popolazione e conseguentemente un aumento della necessità di
approvvigionamento di acqua. Il 20 Ottobre 1526 fu affidato al
minatore Colombano Romean, l'incarico di realizzare una galleria per
derivare le acque del Rio Thullie alle frazioni Ramats e Cels.
Gli
abitanti di Cels e Ramats dovevano corrispondere a Colombano Romean
due emine di buon vino e una emina (23,055 litri) di segala per ogni
mese di lavoro, più quattro sestieri (1 sestiere = 2 emine) di
legumi all'anno. Il compenso fu stabilito in 5 fiorini da 12 soldi
per ogni tesa (m 1,7) di galleria eseguita. I committenti dovevano
anche fornire gli attrezzi necessari, una baracca, una botte e l'olio
necessario per l'illuminazione della galleria. Nella baracca, posta
vicino all'imbocco, c'era una botte per il vino e una madia per il
pane. Il cibo era fornito giornalmente dagli abitanti della Ramats,
portato a Romean (pare) dal suo cane.
L'opera
fu terminata dopo sette anni nel 1533: a Colombano Romean furono
pagati 1600 fiorini, pari a 320 scudi (circa la metà del bilancio
annuale di un comune valsusino dell'epoca). La leggenda vuole che
Romean fosse ucciso dai chiomontini quando si resero conto di avergli
promesso una cifra esorbitante. Un'altra leggenda narra che il
minatore morì molto anziano, a causa di una gran bevuta di vino.
Romean
aveva a disposizione martello, mazza, piccone, cunei e pali in ferro
e probabilmente l'aiuto di un lavorante. Iniziò lo scavo dal
versante di Chiomonte, dove già esisteva un primo
tentativo di scavo, illuminando la galleria con lampade ad olio e probabilmente utilizzando mantici per l'areazione. Il materiale di scavo o smarino, circa 3500 metri cubi, fu gettato all'esterno, dove forma una piccola discarica inerbita. Lo scavo fu portato a termine in sette anni lavorando da Aprile a Ottobre: durante l'inverno non era possibile raggiungere il cantiere a causa della neve e delle valanghe. Il minatore avanzò a colpi di piccone e mazza con un ritmo di circa 40 - 60 cm al giorno: nel condotto sono visibili gli avanzamenti evidenziati da gradini. Per poter mantenere la direzione giusta il minatore si orientò incidendo sulle pareti 46 mire (a forma di croce) che gli permisero di avanzare senza troppe deviazioni. Sono presenti anche 100 nicchie scolpite per appoggiarvi il lume ad olio. Lungo le pareti si riconoscono anche numerosi bassorilievi che raffigurano il Giglio di Francia, figure e volti umani, cuori e mani.
tentativo di scavo, illuminando la galleria con lampade ad olio e probabilmente utilizzando mantici per l'areazione. Il materiale di scavo o smarino, circa 3500 metri cubi, fu gettato all'esterno, dove forma una piccola discarica inerbita. Lo scavo fu portato a termine in sette anni lavorando da Aprile a Ottobre: durante l'inverno non era possibile raggiungere il cantiere a causa della neve e delle valanghe. Il minatore avanzò a colpi di piccone e mazza con un ritmo di circa 40 - 60 cm al giorno: nel condotto sono visibili gli avanzamenti evidenziati da gradini. Per poter mantenere la direzione giusta il minatore si orientò incidendo sulle pareti 46 mire (a forma di croce) che gli permisero di avanzare senza troppe deviazioni. Sono presenti anche 100 nicchie scolpite per appoggiarvi il lume ad olio. Lungo le pareti si riconoscono anche numerosi bassorilievi che raffigurano il Giglio di Francia, figure e volti umani, cuori e mani.
La
galleria è stata scavata in dolomie triassiche e si sviluppa per
433,239 metri con un dislivello di 12,56 metri, iniziando dai 2019
mt, sul versante della Dora e terminando a 2034 m nel vallone delle
Thullie. Ha forma ovoidale con altezza media di 1,80 metri e
larghezza di un metro. Gli ultimi 40 metri sono stati rivestiti nel
1931 con calcestruzzo, molto probabilmente a causa dei crolli della
volta. L'acqua è captata nel Rio di Thullie sotto il ghiacciaio
dell'Agnello e con una condotta di un chilometro raggiunge la vasca
di carico, dove inizia il condotto sotterraneo, che ha una portata
media di 2,23 m³/s
L'avvicinamento
alla galleria può avvenire lungo diversi itinerari. Qui di seguito
presenteremo uno dei più paesaggistici e meno impegnativi.
Lasciamo
l'auto nel comodo parcheggio prima di Grange della Valle a quota 1772
m e attraversiamo il ponte sul Rio di Galambra ed il piccolo
incantevole centro abitato. Ci sono due fontane tra le case, di cui
una accanto alla cappella consacrata alla Madonna delle Nevi.
Lasciando il paese si imbocca il sentiero B7/804 marcato bianco/rosso
che dopo un breve tratto tra larici ed ontani ammorbidisce la
pendenza e si immette a quota 1800 m in una carrareccia sterrata, a
destra la strada incrocia più volte un sentiero che porta a Case
Armeita non lontano da Cels. I cartelli indicano a sinistra in
direzione di un cancello di ferro fino a raggiungere Grange Clot Brun
a 1905 m. La maggior parte delle case appare ormai abbandonata da
tempo, il sentiero costeggia un grande cascinale e riprende la salita
nella
macchia boscosa all'ombra di alcune maestose conifere. Alle
nostre spalle lo Chaberton, facilmente riconoscibile fa mostra di sè
mentre noi iniziamo un piacevole traverso in quota tra le basse
nuvole che vanno addensandosi. In condizioni di buona visibilità è
possibile ammirare il fondovalle con Exilles ed il suo forte
militare, la Dora che scorre in direzione di Chiomonte, e poi tutte
le cime dalla parte opposta della valle: la testa dell'Assietta,
Punta Gran Serin, la Cima delle Vallette e il Ciantiplagna. Alla
nostra sinistra una cresta rocciosa accompagna lo sguardo più avanti
verso cima Quattro Denti con i suoi 2106 m.
Si
raggiunge quindi il pertugio quasi in corrispondenza di un bivio: a
destra il sentiero B6 che insieme al B5 conduce a Ramats. A sinistra
si procede con alcuni tratti maggiormente in pendenza verso Cima
Quattro Denti. Decidiamo di attraversare la galleria e di chiudere
successivamente con un anello verso la Cima Quattro Denti e ritorno a
Grange della Valle.
Il
Pertugio Colombano Romean è tutt'ora attraversato dal corso d'acqua
quindi si consiglia di attraversarlo in un periodo adatto, muniti di
torce elettriche e calzature adeguate.
Il
primo tratto di galleria è piuttosto basso e costringe a procedere
curvi. Poi la volta si alza e fino alla fine si procede comodamente,
fatta eccezione per alcuni passaggi che costringono a mantenere
l'attenzione per non scivolare sulle rocce. Davvero sbalorditivo lo
stato di conservazione del lavoro del minatore chiomontino, sono
ancora visibili i segni delle lavorazioni sulla volta e lungo le
pareti.
Al
termine della galleria una moderna scala di alluminio sostituisce i
vecchi pioli di ferro e permette di riaffiorare in superficie,
spingendo con un po' di energia un grata di metallo per uscire nel
Vallone Tiraculo. Alla nostra destra, dopo Grangia Thullie ormai
abitata solo da grasse marmotte si trova il Rio Tornon che scorre
verso la Val Clarea. A sinistra invece possiamo notare la cresta
rocciosa che prosegue verso Passo Clopacà e Monte Niblè con i suoi
3365 m di altitudine.
Il
percorso, chiaramente tracciato sulle carte Fraternali 1:25000 N°3,
è classificabile come un E di circa un paio d'ore per raggiungere la
galleria. Il pertugio richiede un po' di tempo per essere
attraversato con la dovuta attenzione, per non perdere nessun
dettaglio di questa sensazionale opera di ingegneria idraulica del
passato.
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