domenica 7 maggio 2017

Monte Bracco

"O tempo, veloce predatore delle cose create, quanti re, quanti popoli hai tu disfatti, e quante mutazioni di stati e varii casi sono seguìti, dopoché la meravigliosa forma di questo pesce morì per le cavernose e ritorte interiora del monte, ...ora, disfatto dal tempo, paziente diaci in questo chiuso loco; colle spolpate e ignude ossa hai fatto armadura e sostegno al soprapposto monte."
(Leonardo da Vinci)

Sono passati poco più di cinque secoli da quando il più famoso e poliedrico scienziato della storia rinascimentale italiana attraversò il Piemonte e il nord della penisola, intraprendendo viaggi che lo condussero in visita nelle corti di numerose città e che gli permisero soprattutto di osservare e studiare la geomorfologia del nostro territorio.
Grazie alle sue eccezionali competenze e al suo straordinario intelletto Leonardo da Vinci cominciò a comprendere la durata dei tempi geologici, i fenomeni tellurici e la composizione delle rocce e dei fossili.

Uno dei suoi più importanti laboratori di osservazione all'aperto fu proprio il Monte Bracco, basso prolungamento delle Alpi Cozie non molto distante dal capoluogo, uno degli ultimi rilievi a spingere il Fiume Po nelle ampie pianure verso Torino.

Il Monte Bracco può apparire semplicemente come un rilievo di modesta altezza: 1307 m, disposto come una barricata a chiudere la Valle Po, interessante punto panoramico della piana tra Saluzzo e Staffarda, circondato dai centri abitati di Barge, Sanfront, Paesana, Rifreddo e Revello.
Ciò che maggiormente sorprende è il carattere di questa montagna.
Ogni versante, ogni cresta, ogni centro abitato, ogni macchia boschiva, ogni pietra, nasconde un piccolo interessante tesoro. Visitare il Monte Bracco è come scoperchiare un antico baule ricco di cimeli, antichi e recenti, tutti con una affascinante storia da raccontare.
Dalle incisioni rupestri ai cimeli architettonici feudali dei Marchesi di Saluzzo, dalle cave di gnaiss alle balme ammantate di mistero, dalle ombrose macchie di castagni governati a ceduo o a fustaia ai lucenti riflessi della quarzite nella roccia, dalle pareti di arrampicata ai percorsi naturalistici, dal richiamo del codirosso tra gli alberi alla vecchia pelle del biacco abbandonata tra le rocce al sole...il Monte Bracco ha molto da offrire ad ogni suo visitatore.

Uno dei suoi tesori più apprezzati è il Sentiero di Leonardo: un percorso di circa 30 km con un dislivello complessivo che tra salite e discese supera i 1000 m.
Il Sentiero di Leonardo permette di effettuare un lungo giro intorno alla cima toccando numerosi punti di interesse, è un'escursione che si può effettuare anche in inverno lasciando che il silenzio del bosco venga interrotto dallo scricchiolare della neve sotto i nostri passi.

Altra magnifica escursione che consiglio vivamente è la salita alla Croce di Envie, cima panoramica del Monte Bracco.
La Croce di Envie è facilmente raggiungibile con una camminata non impegnativa, ad esempio partendo da Pian delle Monache, salendo alla Certosa di San Giacomo, per poi deviare verso sud in direzione di Rocca Marmera a 1020 m di quota e proseguendo verso Rocca dell'Oro e Rocca Surana.

Il sentiero è chiaro e ben tracciato nonostante le varie deviazioni che permettono di visitare incisioni rupestri (come ad esempio quelle nei pressi di Ciabot Tasson) oppure cave di quarzite (a quota 1234 m, dopo il Pian della Tagliata)  e le abitazioni, ormai in rovina, degli scalpellini che in passato vivevano nei pressi delle cave.

Ultimo consiglio: invito ad approfittare della generosa cordialità della Locanda della Trappa, proprio nei pressi della Certosa di San Giacomo, altra meraviglia storica assolutamente da non perdere.

Ringrazio Amelia, Cristina e Paolo per la compagnia lungo il cammino e in parete.
Un ringraziamento speciale anche a Oscar per la gentile ospitalità e per l'accoglienza nella sua casa.
























STORIA DELLA ANTICA CERTOSA DEL MOMBRACCO
L'anno certo di fondazione del monastero è ignoto. Sin dalla metà del Duecento dovettero esistere sul Mombracco due, o forse tre chiese, dedicate rispettivamente alla Beata Vergine, alla Santa Croce e al Salvatore, officiate da monaci o da eremiti.
Intorno al 1275 il complesso fu annesso alla certosa femminile di Belmonte. Sembra, però, che abbia mai ospitato monache. La chiesa fu, comunque, officiata fino alla fine del secolo.
Dopo un'interruzione, il Trecento vide il ritorno di alcuni monaci alla Certosa, grazie a donativi dei Marchesi di Saluzzo. La chiesa di San Salvatore divenne oggetto di grande devozione e attrasse fedeli e pellegrini. Intanto i monaci ponevano mano alla costruzione del convento, che prese il nome di Santa Maria di Mombracco.
La Certosa fu ancora per due secoli luogo di vita ascetica e di assoluta povertà, finchè, dopo la peste del 1630, se ne impose la chiusura.
Nel 1794 i Padri Cistercensi Riformati del celebre Monastero de La Trappe, in Normandia, fuggiti dalla Rivoluzione Francese, vi si stabilirono animando un'ultima breve, intensa stagione di vita spirituale, finchè ne furono scacciati dall'editto napoleonico del 1802. Il piccolo borgo fu quindi privatizzato.
La piccola chiesa dalla nuda, suggestiva luminosità è stata restaurata. È officiata la prima Domenica di Agosto (festa di San Giacomo) e la seconda Domenica di Ottobre (festa dei paesi del Mombracco).


1 commento:

  1. bellissimo posto il monbracco dove da fanciullo venivo spesso con le suore in colonia siamo stati tre giorni da favola, io la notte guardavo quel meraviglioso cielo stellato e a volte percepivo la via lattea, spettacolare, posso dire che il monte baracco lo girato quasi tutto, anche balma boves sono stato esattamente negli anni 50 e devo dire andate perche e un posto magnifico

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