lunedì 6 novembre 2017

Falesia di Foresto - Terrazze di Avalon

Primi giorni di Ottobre, circa un mese fa. Al mattino, dalla finestra, la luce del sole viene filtrata dalle nubi rendendo il cielo come un'immensa lastra opaca di freddo zinco.
Demoralizzante dover rinunciare per la seconda volta consecutiva alle quote più alte.
Tuttavia, per nulla rassegnati all'idea di restare a casa, forse anche ispirati dalle nebbie che ricoprivano le montagne, ci lanciamo alla ricerca delle Terrazze di Avalon.
Nonostante il nome nel nostro caso non occorre imbarcarsi alla volta dell'isola leggendaria. È sufficiente raggiungere Foresto in auto e mettersi in cammino in direzione di un'alta parete calcarea posta sulla sinistra dell'Orrido.
L'aria è umida e la foschia blocca la visuale impedendo di spaziare con lo sguardo sul panorama, ma almeno non piove e la roccia è asciutta. Preparare corda e rinvii la sera prima non è stato tempo sprecato.

La falesia non è ben indicata. Occorre cercarla con attenzione perchè al momento non ci sono cartelli che permettono di localizzarla in maniera agevole. Un generico "Palestra roccia" è segnato all'inizio del Sentiero degli Orridi, subito dopo un piazzale di sterrato al fondo di una via stretta e poco frequentata. Per raggiungere la via ed il piazzale, partendo dalla chiesa di Foresto, si scende lungo Via San Rocco e si svolta a sinistra all'altezza del numero civico 13.

Percorrendo il Sentiero degli Orridi si incontra un primo bivio a sinistra che conduce alla falesia delle Striature Nere. Le Terrazze di Avalon si trovano al bivio successivo, dopo un lungo tratto di sentiero che costeggia un muro a secco, seguendo degli ometti di pietra lungo una pista più stretta e in salita.
Un avvicinamento che potrebbe essere reso più chiaro.

Nonostante il discreto numero di vie semplici e la spittatura abbastanza ravvicinata, questa falesia non è esattamente la prima che consiglierei ad un neofita. I gradini e gli appigli per le mani non mancano, ma ci sono alcuni passaggi anche sulle vie di quinto grado che richiedono una certa fiducia e un pizzico di esperienza.

Forse è questa la parola chiave per le Terrazze di Avalon: fiducia.
Cercare l'appiglio successivo sicuri che riusciremo a trovarlo, individuare il gradino più adatto al nostro piede consapevoli che terrà in equilibrio il nostro corpo mentre rinviamo, spalmare il piede sulla parete in mancanza di appigli, fiduciosi che non scivoleremo in basso, mantenere corpo e mente in armonia anche quando ci sembra che il passaggio sia eccessivamente esposto o fuori portata.

Con questa condizione mentale, con questo bilanciato stato d'animo e con un discreto allenamento, le Terrazze di Avalon possono regalare grandi soddisfazioni con vie che meritano ben più di una sola arrampicata.

Descriviamo qui alcune vie:
ALLUCE 4c
Una via molto semplice, per iniziare. Una serie di appigli a gradini seguono un'ideale linea retta che accompagna fino al terzo spit. Subito dopo si trova un tettuccio di modeste dimensioni aggirabile passando a destra. Il resto della via prosegue in appoggiata fino alla sosta.

CASTORO 5b
La partenza è simile alla via accanto, ALLUCE. A sinistra dei primi spit, in prossimità di un albero, gli appigli sono più agevoli. Si giunge a un tetto, il medesimo della via precedentemente descritta. Passare a destra, in questo caso richiede uno spostamento laterale significativo. Puntando i piedi subito prima del tetto e mantenendo l'equilibrio con la mano sinistra in una faglia laterale si può raggiungere agevolmente con la destra una banca oltre il tetto, ampia e comoda.
Superato il tetto la via ritorna semplice con passaggi brevi di appoggiata e numerosi appigli.

LO RÈ 5a
Come nel caso precedente la partenza è resa agevole da numerosi appigli a gradini per i piedi.
All'altezza del terzo spit si può accoppiare la presa delle mani a destra e si supera una lieve sporgenza.
Proseguendo in alto una venatura scura nella roccia sembra guidarci agli spit successivi, lievemente esposti e si raggiunge la catena di sosta con una presa per la destra dalla forma sagomata e spigolosa davvero unica ed inconfondibile.
Questa via è entusiasmante perchè permette di procedere anche in altri modi, regalando emozioni diverse ogni volta che la si prova.

L'ALBERO DELLA CUCCAGNA 5b
Questa via appare lunga e complessa, ma ha in realtà numerosi passaggi superabili con un po' di fiducia e senso dell'equilibrio.
Alcuni passaggi appaiono lunghi e difficili da raggiungere, è perciò necessario osservare bene ogni appiglio e procedere con alcuni spostamenti laterali che possono complicare la progressione ai meno esperti.
Consiglio di fare affidamento sugli appigli presenti, individuabili con un po' di pazienza e attenzione.

DUE SCARPONI 5c
Molto simile alla sua via sorella DUE CALZINI ma di realizzazione più recente.
Tramite due davanzali inclinati, prima a sinistra e poi a destra, si raggiunge la punta di una grande macchia bianca calcarea sulla roccia senza alcuna fatica.
Si prosegue sempre a destra per un primo momento, si supera una sporgenza quasi verticale verso gli spit finali, poi con due lievi spostamenti a sinistra si raggiunge l'ultimo spit (non visibile da terra) e la catena.
Raccomando di non spostarsi troppo a destra per non imbattersi negli spit della via successiva.

BAMBY 4c
Una via molto corta e con una parete in appoggiata.
Dopo i primi spit è possibile spostarsi a sinistra alla ricerca di alcune comode prese per la mano sinistra e raggiungere così la catena situata poco prima di un cambio inclinazione.

Ringrazio Elena e Federica per aver condiviso con me la giornata in parete, Antonio per averci accompagnato lungo il sentiero.
Un saluto anche a Linda e Angelo per la compagnia a pranzo e sulle vie del primo settore.



 
 
 

 

 


 

 
 

 










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