sabato 17 novembre 2018

Falesia Rocca Sbarua - Scudo di Enea

La parola chiave di questa giornata è: improvvisazione.
Improvvisazione perchè partenza da casa e destinazione finale sono state quasi totalmente prive di una qualsiasi pianificazione. 
La mattina stessa si osservava il cielo con attenzione alla ricerca del varco più ampio tra le nuvole, individuando uno spiraglio verso Pinerolo. 
Poi l'improvvisazione prosegue con la gestione dell'equipaggiamento: parte del materiale caricato in auto, tra imbraghi, caschetti e rinvii, è stato preso in prestito, dato che alcuni di noi si sono cimentati per la prima volta su una parete all'aperto.
E infine la scelta della parete è avvenuta sul momento: dopo aver lasciato l'auto nei pressi di Talucco, ci incamminiamo su una strada inizialmente asfaltata e poi costituita di terra battuta e pietre. Il sentiero oltrepassa un piccolo ponte di legno per poi seguire un breve tratto a mezza costa fino al Rifugio G. Melano, situato proprio sotto alle pareti di roccia.

Ma è anche vero che l'improvvisazione spesso può risultare un valido espediente per sopperire all'assenza di risorse o programmi chiari e permette di sviluppare ottime soluzioni anche a problemi complicati.
Ecco come valuto la giornata sullo Scudo di Enea: un'ottima opportunità per improvvisare, per mettersi alla prova senza consultare prima pagine web o valutare per tempo possibili opzioni. 
Agire. Agire e divertirsi.
E in effetti lo Scudo di Enea, via sul settore Normale della Rocca Sbarua alle spalle del rifugio, sa offrire numerose occasioni per divertirsi, anche se il nome farebbe pensare ad un luogo da temere ed evitare ("sbarua" in piemontese significa "che spaventa", "che fa paura") questo forse è dovuto al suo aspetto così aspro da apparire quasi minaccioso. Un granito frastagliato, alto, arcigno, che sporge da una collina circondata da rovi e bosco ombroso.

1 – Masso del Grosso – Fessura del Nero – Torrione del Drago, 2 – Bianciotto – Mont Blanc – Vena di Quarzo, 3 – Normale, 4 – Iniziazione e Meteora, 5 – Placche Gialle, 6 –Belvedere, 7 – Sperone Rivero, 8 – Freak Street, 9 – Torrione Grigio, 10 – Argonauti, 11 – Sperone Cinquetti, 12 – Torre del Bimbo, 13 – Torrione Pacciani, 14 – Torrione Anna, 15 – The Magic Mushroom (Fungo), 16 – Torrione Alice, 17 – Torrione Rubinetto, 18 – Torrione del Nonno, 19 – Torrione Manera (o della Nonna), 20 – Barra del Freidour, 21 – Torrione del Condor.

VIA DEI GIAPPONESI 5b
Si parte all'interno di uno stretto camino sulla cui sommità si individua uno spit. Si esce dal camino sulla sinistra, e si sfrutta un diedro fino a una giovane quercia aggrappata in una fenditura tra le rocce.
Si oltrepassa la quercia, a destra o a sinistra e si procede verso la catena su una parete in appoggiata.

VIA DEI SAVIGLIANESI 5c
Una via con tre tiri, qui descritto solo il primo.
L'inizio della via è agevolato da una roccia bassa a destra sfruttabile come appoggio per i piedi. A sinistra si trovano comunque interessanti prese per le mani che agevolano la salita fino al primo spit.
I successivi rinvii sono facili da collocare seguendo una immaginaria linea dritta che li congiunge fino alla catena. A metà del tratto L1 si trova un varco comodo prima di una sporgenza posta accanto alla catena.
Le numerose fenditure in questo tratto permettono di spostarsi a destra e a sinistra, sperimentando ogni volta differenti approcci al movimento.

SCUDO DI ENEA 6a
Il tratto L1 di questa via è davvero avvincente. Forse la via più bella di tutte quelle sperimentate, quella che mi ha colpito maggiormente in positivo.
A sinistra della targhetta identificativa si trova una fenditura verticale che in più di un movimento può fornire prese per la mano.
Pochi metri più in alto si individuano un ampio foro ed un gradino per poi raggiungere un tetto con un bordo netto. A sinistra del tetto il movimento si fa più agevole fino alla catena di sosta.

VIA DEI TORINESI 5b
Si segue una profonda e sinuosa fenditura nel granito, per poi ricongiungersi allo Scudo di Enea che, come il canto di una sirena, attira l'arrampicatore a sinistra per la seconda parte di questa via.
Rocca Sbarua permette di improvvisare. Permette di divertirsi.
È una falesia immersa in un ambiente straordinariamente piacevole che da solo basta a comprendere come mai i grandi nomi del passato (Gervasutti, Rivero, Motti, Grassi...) si siano avvicinati a questo granito.

Alcuni commenti sulle pareti:
"Roccia granulosa, come carta abrasiva, fornisce un'ottima aderenza, ma occorre prestare attenzione sull'appoggiato per l'alto rischio di escoriazioni!"

"La roccia è ben tenuta, non unta, senza sassi che si muovono o passaggi eccessivamente insidiosi. Ci sono vie monotiro o multipitch, con spit in buono stato, collocati in maniera adeguata."

Ringrazio la squadra di improvvisatori, Alice, Francesco e Massimo per la condivisione della giornata in parete.









































Nessun commento:

Posta un commento