Si sente parlare sempre più spesso di quanto sia necessario ridurre l'ansia e lo stress di ogni giorno al fine di raggiungere uno stile di vita più sano. Sovente si fa l'elenco dei rischi, come ad esempio il senso di stanchezza cronico, il nervosismo e l'incremento dell'insoddisfazione e delle distrazioni professionali, il calo della determinazione... e si comincia a suggerire alcune modalità per affrontare il problema e reagire a questa situazione. Si tocca spesso il dolente tasto dell'organizzazione del tempo, la difesa del proprio spazio personale dalle costanti interruzioni e richieste esterne, la necessità di alleggerirsi dagli incarichi che non appagano il nostro benessere, ma soprattutto emerge sempre il consiglio risolutivo, quello che pare essere la soluzione a tutti i problemi sopra citati: ogni tanto spegni tutto.
Staccare la spina, sconnettersi dal web, abbandonare il telefono sul comodino, dimenticare la usuale consultazione regolare della posta elettronica.
Questi sono solo alcuni dei più frequenti consigli identificati come gli ingredienti per la perfetta ricetta del benessere e del relax. Il modo migliore per ritornare a vivere in modo pieno quella appagante sensazione di soddisfazione che si prova quando si porta a compimento un sogno personale, quando si conclude con l'ultimo tassello un puzzle da tempo lasciato in sospeso, quando si mette finalmente una spunta ad un obiettivo che ci eravamo prefissati ma che avevamo perso di vista perchè assorbiti totalmente dalla quotidiana routine.
Ed è quella stessa sensazione che ho provato in Val Formazza, diretto al Rifugio Maria Luisa a quota 2060 m. Per Cristina e per me è stata la possibilità, dopo molto tempo, di portare finalmente a compimento un intento accantonato da parte per lasciar posto ad altre faccende, oppure perchè le condizioni meteo non erano favorevoli.
La Val Formazza si estende nell'area più settentrionale del Piemonte, al confine con la Svizzera e il parco della Valle del Binn, comprendendo una zona dell'arco alpino straordinariamente bella e suggestiva, finora purtroppo poco considerata nei piani di escursioni degli anni precedenti.
Il Rifugio si trova nella zona di confluenza della Valrossa con la più ampia Val Toggia, tra le dighe dei Laghi Toggia e Castel, rispettivamente a quota 2191 m e 2210 m.
Raggiungere il rifugio non è complicato: si lascia l'auto a Riale a 1731 m ci si incammina sulla traccia della sterrata, evidente nonostante l'innevamento, che taglia con numerosi tornanti il più diretto sentiero G20.
Fin dai primi tornanti si distingue chiaramente Morasco, la diga dell'omonimo lago e la chiesetta sull'altura in memoria del centro abitato di origine Walser, ormai sommerso dall'acqua.
Verso l'imbocco della valle si stanno gradualmente addensando delle nubi e per evitare che ci raggiungano lungo il percorso acceleriamo il passo togliendo le ciaspole, il manto nevoso è così duro e compatto da permetterci di procedere senza sprofondare.
Procediamo quindi sulla sinistra orografica del Torrente Roni, celato dalla neve così come il suo piccolo specchio d'acqua, superato sicuramente una volta raggiunta la quota di circa 2140 m.
Terminano i tornanti e si supera una condotta dell'acqua, si procede quindi tenendo la sinistra. Le nuvole ci hanno raggiunto, ma le luci sulla diga del Lago Toggia alla nostra destra fanno da riferimento: superiamo il ponte sul torrente e raggiungiamo pochi metri più avanti il Rifugio Maria Luisa.
La cena calda e l'atmosfera confortevole delle camere rinfranca e fornisce tepore. Non c'è assolutamente, in nessun rifugio di montagna, atmosfera migliore di quella che possono creare delle coperte, un tè caldo e una finestra affacciata sul bianco manto della neve sotto il cielo notturno.
Il conciliante riposo infatti sopraggiunge quasi immediatamente al temine del pasto, consapevoli di voler approfittare ancora del giorno successivo per una tappa ai Laghi del Boden prima di intraprendere la discesa.
Le nuvole della sera precedente al mattino sono scomparse, il vento freddo è comunque molto forte e si sente specialmente se ci si trova all'ombra delle creste, ma appena la luce del sole ci raggiunge, tutto diventa più semplice. Superiamo il ponte sul torrente del giorno prima e deviamo a sinistra sul G24, proprio in prossimità di un casolare, raggiungiamo la diga del Lago Castel e proseguiamo intuendo l'itinerario sulla neve usando come riferimento la rocciosa formazione del Pizzo Fiorina e puntando verso di essa.
Come era facilmente immaginabile i Laghi sono coperti da un lucente strato di ghiaccio, ma la vista intorno a noi è meravigliosa nel suo fulgore: le creste rocciose che congiungono i Corni di Boden emergono come la schiena di un drago dormiente, i pochissimi sporadici punti di colore di altri escursionisti nel bianco della neve, distanti da noi e probabilmente diretti al Passo di San Giacomo, i grandi Laghi Toggia e Castel, situati più in basso e imprigionati nel ghiaccio che appaiono come lastre d'acciaio sbiancato, la casa guardiani del Lago Toggia, visibile sopra la diga, le cime in lontananza della testata della Valrossa e su tutto il colore intenso del cielo, così uniforme da apparire come solido.
Ammiriamo in silenzio il nostro bianco terreno di conquista finchè le raffiche di vento non si fanno più insistenti sollevando neve e polvere di ghiaccio dalle cime facendole apparire come fumarole di una solfatara e decidiamo di riprendere il sentiero del ritorno.
Man mano che ci avviciniamo a Riale incontriamo sempre più persone: fondisti, sciatori, ciclisti ed escursionisti...tutti indaffarati a godersi la Val Formazza e la sua neve; forse tutti intenti a cercare nella Val Formazza quel luogo dove poter recuperare il proprio tempo, il proprio spazio personale, il luogo giusto per staccare la spina, evadere dalla soffocante, abitudinaria successione di ritmi frenetici per riappropriarsi della sensazione di soddisfazione di una appagante giornata fuori dalla consuetudine.
Si conclude l'escursione con il suono degli sportelli dell'auto che si chiudono, pronti a riprendere la strada del ritorno, ma non prima di aver fatto una rapida tappa alla Cascata del Toce e alla Chiesa di San Gaudenzio a Baceno dove ci fermiamo anche per il pranzo.
La Val Formazza è stata per me non solo una gran soddisfazione da tempo attesa, ma anche una meta che ha gettato le basi per un anno ricco di nuove sfide, una rampa di lancio per pianificare e intraprendere nuovi viaggi.
Ringrazio Cristina per avermi accompagnato a calpestare la prima neve del 2019 e per l'ascolto dei miei interminabili "sproloqui da lungo viaggio in auto".
RIFUGIO MARIA LUISA di Maceraudi Giovanni
Loc. Valtoggia Formazza, 28863 (VB)
P.I. 02219300031
Rifugio: +39 0324 63086
Giovanni: +39 348 4444 316
Apertura
inverno: da Gennaio a Maggio
estate: Giugno fine settimana, Luglio-Settembre tutti i giorni. Telefonare.
www.rifugiomarialuisa.it
A inizio/fine stagione e in inverno telefonare in caso di maltempo
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