domenica 26 dicembre 2021

Sella Morteis

Han tanto insistito per fare un'escursione. Nonostante non fosse esattamente il periodo migliore per me, ho dovuto cedere e anche se non propriamente con il mio consueto entusiasmo, ho preparato lo zaino, pensando che in fondo un po' di passi nella neve mi avrebbero aiutato a distrarmi dalle difficoltà personali che stavo vivendo.

L'escursione alla Sella Morteis non è assolutamente un'escursione impegnativa, si tratta di un percorso di tipo turistico con un dislivello complessivo che supera di poco gli 800 m.

Cosa occorreva fare prima di partire? Effettivamente poco: acquistare la Fraternali N° 16 (Val Vermenagna, Valle Pesio, Alta Valle Ellero e Parco Naturale del Marguareis), aprirla e cercare S. Bartolomeo, situata a metà circa della Valle Pesio.
Una volta rintracciata seguire con il dito il percorso che costeggia la destra orografica del Rio Paglietta, oltrepassarlo a quota 870 m, prendere a salire verso Combe a quota 1034, superare i due tornanti che separano da Rocca di Vinchiet a quota 1270 m e terminare lungo il tracciato in direzione dell'osservatorio fino a Sella Morteis a 1450 m di quota.

L'escursione è semplice come qui descritta. Poco potrei aggiungere alle descrizioni del percorso già esistenti sul web o alle immagini che ne mettono in risalto il valore panoramico con foto del Bisalta, dell'osservatorio che si protende su un'altura sopra il vallone del Rio dell'Oy, del boscoso Vallone Pittè o dell'ombrosa Comba Ruscun da cui siamo saliti.

Perché dunque scrivere del Sella Morteis?
Personalmente per un avvenimento verificatosi lungo la via del ritorno: già pronto a riprendere il sentiero appena effettuato per ripercorrerlo a ritroso mi viene posta la domanda "cambiamo tracciato e chiudiamo un anello?"
Può sembrare assolutamente naturale, nulla di sorprendente. Numerose escursioni si sono rivelate anche molto interessanti prendendo in considerazione l'idea di effettuare un giro differente per ritornare al punto di partenza.

Ciò che mi ha maggiormente colpito è stato scoprire che questa, invece di essere un'occasionale alternativa, per alcuni è una chiara scelta da mettere in atto ogni volta che si rivela possibile.
E così, mentre raggiungevamo Rocca di Vinchiet e piegavamo a sinistra per addentrarci in una macchia boscosa all'ombra del crinale e quindi coperta da uno strato ancora abbondante di neve, raggiungevamo Stalle Ciccioni prima e Tetti Ciccioni poi, scendevamo lungo un fianco incassato del Bric Ciccioni (1162 m) sciando su di un tappeto di foglie così abbondante da nascondere per intero i miei scarponcini, non potevo fare a meno di pensare a quante occasioni di stagnazione nell'ultimo periodo della mia vita avrei forse potuto evitare se solo avessi avuto il coraggio di valutare maggiormente l'opzione di cambiare totalmente percorso.
Invece di focalizzarsi sulle modalità (già note) per raggiungere un obiettivo, concentrarsi unicamente sull'obiettivo finale, dopodiché ignorare la strada già percorsa in passato e azzardare un itinerario nuovo, mai provato, ancora inesplorato.

Pensare di aver fatto tutto il possibile per arrivare dove siamo, ci porta a pensare che la strada intrapresa sia la migliore e la più sicura e induce a credere che ogni altra alternativa non sia da considerare. Ma cambiare mentalità, ragionare sulle possibili alternative, tutte le possibili alternative, anche quelle che non sono state vagliate in partenza, anche quelle che ci sembrano solo un inutile spreco di tempo, risorse ed energie, e decidere di rischiare, non occasionalmente ma di frequente, di mettere il piede su una strada innovativa, di muovere i passi su un terreno vergine, inedito, rivoluzionario, potrebbe essere in molti casi, il modo migliore per reinventarsi, per uscire dall'idea di aver già tentato tutto (tanto più se i risultati ottenuti hanno deluso le aspettative o non ci sono parsi soddisfacenti) e di non avere più alcuna scelta.

Potrebbe essere necessario adattarsi ripetutamente, scoprire di dover imparare ancora qualcosa, apprendere ed abituarsi a vedere le cose da una prospettiva diversa, obbligare noi stessi a ricordarci che ci sono più soluzioni, che esistono più strade, che le possibilità possono essere più numerose di quel che si pensa.

Il 2021 è stato un anno provante e difficoltoso. Ostico e complicato.
Non mi pento delle scelte fatte nè delle decisioni prese. Ma spesso mi sono domandato se fosse il caso di tornare sui miei passi, se fosse necessario riconsiderare il percorso effettuato e fare un passo indietro. Raramente però avevo pensato che per tornare indietro si potesse cambiare radicalmente strada, andare da un'altra parte, aggirare così gli ostacoli incontrati all'andata, magari incontrarne di differenti ed imparando qualcosa di nuovo anche da essi, memorizzando posti e volti nuovi, e ricordando che anche quando penso di non avere alternative, c'è sempre una nuova strada possibile da percorrere. 

Il tracciato al Sella Morteis mi ha colpito per la sua semplicità e per la sua bellezza, ma soprattutto ha rinnovato in me il proposito di impegnarmi a non lasciare spazio alla rassegnazione e a valutare più sovente che ogni strada nuova, ogni volto nuovo, ogni persona che decide di camminare al nostro fianco può essere l'aiuto giusto per raggiungere il nostro obiettivo, per arrivare al risultato cui ambivamo, o più semplicemente per vedere un nuovo angolo di mondo.

Ringrazio Cristina, Eleonora, Marcella, Marco e Valeria per avermi portato con loro lungo questa escursione.



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