Il colle della Portìa si trova sulla strada più breve che collega la Valle di Viù con Val della Torre e, attraverso il Colle del Lys, con il vallone di Rubiana. Prima dello spopolamento delle montagne ebbe un ruolo abbastanza importante tra le antiche vie di comunicazione della zona e fu utilizzato frequentemente anche come accesso agli alpeggi situati poco più a valle e, probabilmente, per produrre carbone di legna secondo l'antico metodo della carbonaie, ossia mediante la combustione lenta di una catasta di legna ricoperta da uno strato di terra.

Il colle è stato forse utilizzato nel 773, da Desiderio, re dei Longobardi, per sfuggire all'esercito dei Franchi guidato da Carlo Magno dopo la sconfitta subita presso le Chiuse di San Michele. Durante la guerra di Liberazione fu passaggio obbligato per i colli Lunella e Grisoni, rispettivamente sede del distaccamento Mondiglio e punto di guardia verso Toglie e Richiaglio.
Prosegue la frequentazione degli itinerari che si diramano dal Colle del Lys per brevi passeggiate lontano dal caos delle valli e immersi nella quiete del bosco.
Lasciando l'auto nel comodo parcheggio del Colle si prende a salire lungo il sentiero 102 che costeggia la pista per mountain bike già utilizzata tempo prima per raggiungere la Cappella di San Vito.
Dopo pochi metri di sterrato un bivio a destra conduce tra gli alberi e sale il pendìo del Monte Arpone fino a quota 1370 m circa.
A questa quota una piega del sentiero, molto panoramica sul laghetto del Pian Sapai sotto di noi, procede tra le rocce ed alcune macchie di alberi, scendendo poi gradualmente di quota. Ho molto apprezzato questo tratto del percorso immerso tra i larici dalle sfumature del bronzo, del rame e dell'ocra. In alcuni punti del percorso le rocce grigie e brune, in contrasto con il lucore lattiginoso delle nuvole, nascondevano alla vista un piccolo corso d'acqua individuabile solo dal suono regolare sotto le pietre.
Al termine del sentiero 102 ci si trova nuovamente sulla già nota pista da mountain bike ma solo per meno di 900 metri, fino al fonte in pietra dove si imbocca il sentiero che sale con cinque tornanti fino al Colle Portia e al rifugio omonimo.

Data la rapidità di esecuzione del percorso decido di attendere ancora per consumare il pasto, mi rimetto quindi in cammino verso il laghetto del Pian Sapai. Sulle sue sponde la quiete è totale: le pareti dell'Arpone bloccano anche la corrente d'aria e le punte dei larici sono immobili così come le acque del piccolo bacino racchiuso tra gli alberi.
Troppo appagante, terminato il pasto, l'idea di cedere ad un lungo momento di riposo su un giaciglio improvvisato con aghi di larice ai piedi di un albero. Ad occhi chiusi ci si lascia andare all'ascolto dei più impercettibili suoni del bosco attorno, adattando anche il ritmo del respiro a quello lentissimo del tempo che qui scorre in un magnifico bellissimo istante.
Ringrazio Chiara per le foto e per la compagnia lungo il cammino.
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