domenica 14 luglio 2013

Vipere

Occhio verticale posto lateralmente sulla testa ben definita e dalla forma triangolare se osservata dall'alto, un corpo tozzo bruno o grigio chiaro con una colorazione solitamente più scura o nera lungo la parte superiore che crea disegni a macchiette o a striature continue, una coda corta da una parte e un naso rivolto all'insù dall'altra.
Abbiamo appena descritto a grandi linee l'aspetto di una Vipera Comune. Vipera Aspis.
Solitamente con il nome di vipera identifichiamo un serpente velenoso abbastanza diffuso in Italia e in parte del resto dell'Europa (assente in Sardegna e Corsica) attivo nelle stagioni calde che generalmente popola pascoli e pietraie tra i 500 ed i 2000 metri di altitudine, prediligendo luoghi assolati e secchi.
In realtà si possono trovare almeno quattro specie distinte di vipera.
La Vipera Comune è la più diffusa, la Vipera Berus anche nota con il nome di Marasso caratterizzata da una striatura scura a zig-zag sul dorso e che popola prevalentemente l'arco alpino settentrionale, la Vipera Ammodytes o Vipera dal Corno, diffusa nel nord-est dell'Italia, sulle montagne dell'Austria in Romania e lungo la penisola balcanica fino alle alture della Turchia, così chiamata per la sporgenza molto accentuata sul muso e caratterizzata da una colorazione grigio-nera, e per finire la Vipera Ursinii o Vipera degli Orsini, una specie poco diffusa e recentemente protetta che popola prevalentemente l'appenino centrale italiano.

L'aspetto dunque varia in base alla specie ed alla diffusione geografica. Ciò che invece accomuna tutte le vipere sono una serie di leggende assurde che perseguitano questo rettile ed ovviamente il timore (a volte portato assurdamente alla follia) di cadere vittime del suo morso.

Chiariamo subito un concetto importante: le vipere non volano, non vengono paracadutate dagli elicotteri, non compiono grandi balzi, non partoriscono sugli alberi, non attaccano calandosi dai rami...non lasciano buchi nella carne evidenti quanto i vecchi libri di erpetologia a volte fanno sembrare.
La vipera non passa il suo tempo dilettandosi a mordere l'uomo nella speranza di fargli subire atroci sofferenze.

Al contrario la vipera è una creatura piuttosto schiva, timida e tranquilla ed essendo un animale a sangue freddo, preferisce restare immobile, possibilmente al sole, ad attendere le sue prede: topi o piccoli roditori, lucertole, piccoli uccelli, talvolta rane ed anfibi di taglia ridotta.
Certamente occorre fare attenzione, durante le escursioni nei prati e nei boschi alla ricerca di funghi o asparagi selvatici o magari quando siamo in montagna per una passeggiata o un pic-nic, per evitare di venire morsi accidentalmente da una vipera.

Il veleno della vipera è una sostanza molto irritante che provoca con una brevissima latenza dolore, gonfiore nella sede del morso, con un effetto emo-tossico che compromette l'integrità delle cellule del sangue. La sede del morso presenterà con tempi relativamente brevi una pelle cianotica e gonfia.
Per fortuna la vipera morde raramente soprattutto creature che non rientrano tra le sue possibili prede e non necessariamente inietta il veleno ad ogni morso.
Generalmente la vipera morde anche nel caso si senta minacciata ed in questo caso assisteremo a differenti ma evidenti segnali che precedono l'attacco: la vipera emette dei soffi, si gonfia per apparire più grande e minacciosa, raccoglie e solleva la parte anteriore del corpo per effettuare uno scatto rapido in avanti.




Cosa fare quindi in caso di morso?
Innanzitutto niente panico! È comprensibile che possa risultare difficile ma è necessario non perdere la calma e cercare per quanto possibile che la persona colpita non si agiti e resti calma e cosciente. Agitarsi non farà altro che favorire la circolazione del veleno all'interno del corpo.
Occorre tenere presente che nella media annuale di circa 200-250 morsi di vipera all'anno solo uno può risultare mortale e tale pericolo si presenta solo nei casi di bambini molto piccoli, persone anziane o deboli o con problemi di salute oppure allergiche a specifiche componenti del veleno.
Nei casi non gravi l'iniezione del siero, che viene effettuata in ospedale, può avvenire con successo anche tre giorni dopo il morso.

E proprio parlando del siero anti-vipera ci imbattiamo in numerose altre tecniche assurde e spesso persino pericolose e dalle conseguenze nefaste utilizzate come rimedio contro il morso.
Prima tra tutte il siero anti-vipera fai-da-te:  il siero è un presidio esclusivamente ospedaliero che viene somministrato da un medico competente dopo i dovuti accertamenti per evitare allergie o uno shock anafilattico. Inoltre il siero perchè sia efficace viene mantenuto a temperature molto basse: dai 2°C ai 6°C difficilmente riproducibili all'interno di uno zainetto o in tasca durante una camminata.
Seguono il siero tutti gli altri sistemi errati per rallentare la circolazione del veleno.
L'incisione della pelle nei pressi del morso non fa altro che favorire il contatto tra il veleno ed il sangue.
La suzione che potrebbe avere conseguenze gravi anche per il soccorritore se il veleno venisse a contatto con lesioni della bocca o delle mucose orali.
Il ghiaccio applicato sul morso che potrebbe aumentare il rischio di necrosi.
Il laccio emostatico stretto in prossimità del morso può impedire eccessivamente la circolazione del sangue.

Il rimedio migliore rimane unicamente il più sensato: non allarmarsi, contattare i soccorsi con il 118, pulire e disinfettare la regione del morso, applicare una fasciatura con una semplice garza elastica per ridurre (non arrestare) la circolazione del veleno nei sistemi linfatici in direzione del cuore, restare vicini alla persona morsa aiutandola a mantenere la calma nell'attesa dei soccorsi.

Anche se siamo da soli, sarà necessario rimanere vigili e stabilire il giusto compromesso tra non agitarsi e portarsi in una zona dove possibile chiedere aiuto (un rifugio, una baita abitata, un paese, una zona del sentiero più frequentata...)





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