Tre ore di cammino lungo un itinerario che regala dei magnifici scorci panoramici, su un percorso EE che si snoda sulla cresta sud del Civrari, esposta al sole e con poca ombra se non sotto i boschi di faggi e conifere situati tra 1200 e 1500 m.
Questo è il tempo che richiede un'escursione come questa.
Questo è il tempo che richiede un'escursione come questa.
Un'escursione che offre alla vista una serie di paesaggi incantevoli, che invita alla contemplazione di frequente e che fa desiderare ardentemente di salire ancora e di raggiungere la vetta anche se in questo caso sarebbe più opportuno parlare di cresta.
Il Civrari prende questo nome dal dialetto piemontese e stava a significare "montagna delle capre". Questa montagna delle Graie infatti veniva probabilmente utilizzata in passato per il pascolo delle capre. Oggi i suoi principali visitatori sono alpinisti ed escursionisti che non si lasciano sfuggire l'occasione di un'ascensione piacevole come questa.
Partiti da Rubiana ci lasciamo il centro abitato alle spalle lungo la Via del Lys e svoltiamo a sinistra diretti a Borgata Favella. Qui lasciamo l'auto e proseguiamo verso la Muanda Nuova Azienda Agricola. A quota 1146 m raggiungiamo quindi Muanda Soffietti, un cascinale abbandonato, la strada asfaltata diventa sterrata e si addentra in un boschetto che ha ormai divorato i resti di alcune abitazioni e di alcune vetture abbandonate.
Subito dopo il sentiero si allarga, un grande masso al centro, marcato bianco/rosso, indica di deviare a destra inoltrandosi nuovamente nel bosco tra le conifere e l'erba alta. Proseguendo dritto si può raggiungere Rocca Tunino (1414 m) e il Sapei (1624 m)
Il sentiero è marcato bianco/rosso ma è visibile occasionalmente anche una marcatura blu sugli alberi, si procede passando accanto ad un'altra casa abbandonata poi piega leggermente a sinistra e si raggiunge a circa 1500 m Colle la Bassa. Una bacheca informativa che riporta un avviso del Comune di Caprie in collaborazione con i G.A.L. delle Valli di Lanzo della Val Ceronda e Casternone, per comunicare il progetto in corso del ripristino e riqualificazione del sentiero 571 dal Colle La Bassa ad Alpe Cormeano.
Il sentiero in questione è proprio davanti a noi, marcato rosso che scende fino a quota 1456 m e si ricongiunge al sentiero per il Colombardo.
Dal pannello bisogna svoltare a destra in una macchia di conifere, oltrepassare una pietraia per trovare un'indicazione per il Civrari.
Le conifere si fanno via via più rade fino a lasciare totalmente il posto ai prati da pascolo a quota 1600 m.
Dal pannello bisogna svoltare a destra in una macchia di conifere, oltrepassare una pietraia per trovare un'indicazione per il Civrari.
Le conifere si fanno via via più rade fino a lasciare totalmente il posto ai prati da pascolo a quota 1600 m.
Davanti a noi ora la meta è ben visibile, a destra una linea di rocce blocca la visuale verso Mompellato e verso il Col del Lys, a sinistra si delinea parte della Val di Susa verso Condove e buona parte del Massiccio dell'Orsiera.
Il sentiero è indicato con sporadici ometti di pietra e qualche segno bianco/rosso ma per non perdere la strada giusta è sufficiente seguire la lunga cresta puntando con decisione alla Punta della Croce camminando sulle ampie distese erbose o saltellando sulle rocce.
Si raggiunge Punta di Costafiorita a 1769 m dalla quale si gode di una visuale magnifica anche delle montagne ad Est che circondano Valdellatorre.
Si prosegue per una bassa anticima rocciosa poi il sentiero si fa leggermente più ripido per raggiungere la meta finale.
Due croci accolgono il nostro arrivo oltre al diario della cima, ben custodito in una cassa di metallo, uno specchietto in frantumi e un piccolo parafulmine.
Si raggiunge Punta di Costafiorita a 1769 m dalla quale si gode di una visuale magnifica anche delle montagne ad Est che circondano Valdellatorre.
Si prosegue per una bassa anticima rocciosa poi il sentiero si fa leggermente più ripido per raggiungere la meta finale.
Due croci accolgono il nostro arrivo oltre al diario della cima, ben custodito in una cassa di metallo, uno specchietto in frantumi e un piccolo parafulmine.
Dalla cima la visuale è spettacolare: una buona visuale di Torino, della collina e dei comuni circostanti, la lunga cresta verso il Rocca Sella, Avigliana ed i suoi laghi, e poi ancora la Sacra San Michele, in cima al suo Pirchiriano. Il Gigante delle Cozie in lontananza (parzialmente coperto dalle nuvole), il già citato Massiccio dell'Orisera Rocciavrè, le alte cime della Val di Susa, il Rocciamelone con i suoi 3538 m di altezza, la riconoscibile sagoma del Lera, di Punta d'Arnas, della Bessanese, della Ciamarella ed ancora molte altre fino al Gran Paradiso più a Nord. Oltre alle basse cime della Val di Viù è possibile vedere anche il Cervino ed il Monte Rosa.
Più in basso all'ombra della cresta il laghetto del Civrari, poco profondo ma carico di leggende. Una delle più famose narra che nelle profondità del laghetto sia custodito un enorme tesoro. A guardia del tesoro: il Diavolo in persona.
Più in basso all'ombra della cresta il laghetto del Civrari, poco profondo ma carico di leggende. Una delle più famose narra che nelle profondità del laghetto sia custodito un enorme tesoro. A guardia del tesoro: il Diavolo in persona.
Dall'altra parte, Punta Imperatoria a 2302 m di quota.
Le condizioni sono perfette: la pioggia del giorno precedente ha rinfrescato l'aria, il sole splende e la brezza spinge piccole nuvole che corrono veloci scavalcando rapide la cresta. Decido di concedermi una lunga pausa riflessiva mentre il vento fa mormorare la cima con una voce profonda ed austera.
Il fischio di un falchetto in volo a breve distanza mi riporta alla realtà ricordandomi che devo tornare a casa. Riprendo quindi il sentiero con la ferma decisione di voler tornare su questa imponente cresta, magari raggiungendo Punta Imperatoria provando un percorso alternativo (il Colombardo sembra promettente).
Il Civrari è una cima molto bella che consiglio a tutti. Un'escursione non certo delle più semplici: non c'è fonte d'acqua su questo versante così assolato e la cresta può risultare molto pericolosa in caso di cattivo tempo. Alcuni punti del sentiero di cresta sono molto stretti ed esposti, ma con un po' di esperienza e di rispetto per la montagna e per le proprie capacità il Civrari saprà parlare di sé in un modo che non si dimentica facilmente.
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