domenica 11 agosto 2013

Gorge di San Gervasio

3650 metri di funi d'acciaio, 1350 traversine in metallo grigliato, un peso complessivo di 7500 Kg e un'altezza media dal suolo di circa 30 metri.
Ecco le caratteristiche del ponte tibetano più lungo del mondo, ancorato per 468 metri sopra la Piccola Dora con fissaggi nelle pareti della gola che raggiungono profondità di circa 8 metri nella solida roccia.
L'area che ospita il ponte tibetano si trova tra i comuni di Cesana Torinese e Claviere, non lontano dal Campeggio appena fuori dal centro abitato.

Raggiunto comodamente in auto il comune di Claviere, non bisogna far altro che rivolgersi alla competenza delle guide alpine all'imbocco del percorso, proprio sotto la chiesetta di San Gervasio a quota 1761 m, per ogni genere di informazione.
Vengono illustrati il regolamento e le tariffe: 10 € per gli adulti, 5 € per i ragazzi fino a 14 anni. Poi si passa alla revisione delle condizioni del materiale necessario per effettuare il percorso come casco, imbrago, longes e moschettoni. È possibile noleggiarlo direttamente presso lo chalet alla modica cifra di 5 € per tre ore di utilizzo.

Si parte quindi per il percorso, dopo la chiesetta si scede nella gola con qualche tornante su uno stretto sentiero sterrato fino a raggiungere il piccolo capanno in legno da cui comincia il primo tratto di ponte che attraversa longitudinalmente la gola e si aggancia alla parete opposta.
Il ponte prosegue quindi a destra lungo il letto del torrente tra le alte pareti della gola sormontate da un bosco di larici fino ad una piccola cascata.
Il ponte termina poco più in alto e da qui è possibile risalire dalla gola con un comodo sentiero attrezzato di piattaforme belvedere sulle Gorge di San Gervasio, oppure cimentarsi nella breve Via Ferrata denominata Via del Bunker: un esposto passaggio sulla destra che immette in un tratto di gola secondario e procede con un lungo traverso fino a raggiungere un'antica scaletta militare di metallo realizzata durante la Grande Guerra.
Sulla sommità della scaletta, dopo una meritata sosta, proseguiamo il nostro percorso all'interno dei resti di un vecchio bunker. Le correnti d'aria fresca all'interno e l'ombra dei corridoi, che nonostante l'illuminazione consiglio di percorrere con una buona torcia elettrica, invitano a prendersi un meritato riposo dal sole implacabile.



Al termine del percorso nel bunker il sentiero recupera la superficie e devia a destra in direzione degli impianti sciistici, oppure prosegue con l'ultimo tratto di ponte tibetano (90 metri di lunghezza e posto a circa 90 metri di altezza dal suolo) che attraversa nuovamente la gola e conduce al parcheggio e allo chalet di partenza.

In definitiva il percorso è molto divertente, occorre provare almeno una volta l'ebbrezza del camminamento sul ponte in sospensione, cimentarsi nella Via Ferrata non eccessivamente impegnativa e tuffarsi nel passato attraversando i corridoi del bunker carichi di una storia che ancora colpisce e suggestiona.


La Via Ferrata si sviluppa per circa 300 metri ed è classificata con un grado di difficoltà AD+.
Il tempo di percorrenza stimato è di circa 1 ora ma va sommato al tempo di percorrenza del ponte anch'esso di circa 1 ora.


Il percorso della Via Ferrata del Bunker.
In rosa il tratto esposto sulla roccia,
In blu il tratto interno del bunker.
Molto importante è la scelta dell'attrezzatura: il cavo di sicurezza del ponte è posto molto in alto sopra la testa e richiede una lunghezza di longes adeguata o quantomeno di un'estensione dall'imbrago. Durante la Via Ferrata questa lunghezza va ridimensionata per essere nuovamente ripristinata nell'ultimo tratto di ponte tibetano.
Personalmente ho trovato questo percorso molto piacevole nel suo complesso, non estremamente tecnico, immerso nel verde e curato dallo staff di guide alpine al servizio dell'intera struttura.
Spero che l'area si arricchisca presto di nuove attività e ringrazio Alessandro e Matteo per la gradevole giornata trascorsa insieme.


















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