A qualcuno sarà capitato almeno una volta nella vita: siete ad una festa e state intrattenendo una conversazione con un gruppo di persone davanti a voi.
Tutt'attorno ci sono vociare, musica, rumore di bicchieri, risate...e nonostante la confusione riuscite a sentire qualcuno che parla di voi, magari in un angolo della stanza, e concentrandovi siete in grado di annullare nella vostra mente l'effetto caotico degli altri suoni per dedicare la vostra attenzione su quella singola voce che volete ascoltare.
L'effetto "cocktail party" non è una novità, esistono studi su questo comportamento del nostro cervello. Quello che non mi aspettavo è che questo potesse capitare in montagna e che a parlarmi, ad attirare la mia attenzione, potesse essere il Lago dell'Albergian.
La sensazione è stata esattamente quella di un effetto "cocktail party": lasciata l'auto al Lago del Laux, mi sono incamminato verso il centro abitato, ho riempito la borraccia alla fontana del piazzale e poi mi sono diretto lungo la GTA che taglia il vallone su una vecchia carrareccia sterrata e battuta all'ombra di larici e maggiociondoli in fiore; destinazione finale la cima dell'Albergian.
Subito è iniziata la festa; il torrente si fa sentire a intervalli irregolari tra i 1500 ed i 1600 m, nel frattempo si fa la conoscenza dei simpatici gnomi del bosco, intagliati nel legno e distribuiti lungo il sentiero che scrutano il tutto e il nulla con i loro occhi fissi.
Si supera una casa abbandonata a 1650 m circa, si oltrepassa la bella fontana dei camosci a 1700 m, incantati dal frusciare delle cime delle conifere che lentamente hanno occupato tutto lo spazio del bosco.
Si può osservare il Bric delle Masche davanti a noi, oppure i granitici e massicci Rocciavrè e Cristalliera alle nostre spalle, si può perdere del tempo immersi nella contemplazione di un larice secolare posto a quota 2000 m lungo il sentiero e ribattezzato da un cartello "IL GRANDE VECCHIO", osservare una meridiana senza gnomone indicatore, intrattenersi a bere dell'acqua ad una fontana circondata da altre buffe sculture...e nel frattempo la festa va avanti: a 2100 terminano gli alberi e la piana si riempie di fiori di montagna, di ogni forma e colore, finchè non si giunge all'effetto "cocktail party": sono ad un bivio, mi sono appena incontrato con un timido camoscio ed ho voglia di proseguire verso la cima, poi l'occhio cade su un cartello nemmeno poi così visibile: "LAGHI" ed in tutta quella confusione di scrosciare di torrenti, fischi di marmotte, sibilo del vento...il lago mi chiama, mi invita, mi bisbiglia che ha qualcosa da raccontare.
«Ma sì, in fondo perchè no?» penso, considerando anche che sulla cima dell'Albergian era rimasta impigliata una nuvola che avrebbe sicuramente impedito la panoramica visuale dalla vetta.
Devio quindi a sinistra puntando verso il grigio profilo della Fea Nera, si oltrepassa il torrente e si torna a salire su un sentiero tra le stelle alpine più belle che abbia mai visto. Si raggiunge il casermone ormai in disuso e si prosegue verso una evidente area sgombera e pianeggiante posta poco più in alto.
Ed eccolo il Lago dell'Albergian. quieto, discreto, calmo, riservato.
L'acqua profonda al centro del lago diventa del colore di una fluorite verde e blu verso le sponde riflettendo poi come una lastra d'acciaio le grigie nuvole che ci raggiungono dopo il pranzo, mentre ad occhi chiusi ascoltavo il suono sommesso dell'acqua contro i sassi della sponda.
Il Lago dell'Albergian è un posto che va visto e vissuto almeno una volta nella vita. Una tappa obbligatoria del continuo pellegrinaggio degli escursionisti. Chi non mai osservato ed ascoltato le sue acque temo non possa capire fino in fondo questo post.
Ringrazio Giorgia che ha avuto la pazienza di accompagnarmi lungo il cammino tollerando anche il principio di temporale durante la via del ritorno poco prima di arrivare all'auto.
Ultime annotazioni: consiglio vivamente di non utilizzare il sentiero che costeggia la destra orografica del Rio dell'Albergian che passa ai piedi del Truc Garitta (2097 m) e che passa per la Bergeria dell'Albergian e per la Bergeria del Pra del Fondo ma di restare sulla GTA, più battuta e meglio segnalata e suggerisco di dedicare un po' di tempo alla visita di Laux e del suo piccolo e caratteristico centro abitato.
STORIA DI LAUX
Il piccolo borgo è tutto raccolto lungo la via principale; dapprima si incontrano il forno comunitario e la piazza centrale, con fontana quadrangolare.
Non è più presente il mulino che nel 1922 venne asportato da una disastrosa alluvione.
Le abitazioni sono addossate le une alle altre per risparmiare spazio e calore.
Subito dopo la Parrocchiale, di fronte ad una bella fontana monumentale, è presente una casa risalente alla metà del XVII sec. (1660).
Al centro del paese si trova la chiesa di Santa Maria Maddalena, eretta ad inizio '700 a spese del Re di Sicilia Vittorio Amedeo II. Dietro l'altare si trova il settecentesco quadro raffigurante la Santa patrona e nella nicchia sulla destra, una pregevole statua in legno di autore ignoto che rappresenta San Giuseppe.
Un tempo, in occasione della Festa patronale del 22 Luglio, le ragazze del paese, indossando il caratteristico costume tradizionale, distribuivano il pane benedetto durante la Messa.
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