È passato del tempo dalla mia ultima escursione nel Valloncino Infernotto e alla mia relativa visita al Monastero Dominus Tecum di Pra 'd Mill.
In questa occasione riesco finalmente ad effettuare un percorso che avevo lasciato in sospeso ed accantonato al punto quasi da aver dimenticato totalmente: l'escursione al Rifugio Infernotto, situato sulla destra orografica del Rio Rocca Nera, a sua volta affluente del Rio Infernotto.
Avevo il desiderio di raggiungere il Rifugio Infernotto proprio partendo dal monastero, con l'idea anche di soggiornare presso il rifugio stesso, ma sfortunatamente le tempistiche a disposizione non mi hanno permesso di attuare il piano iniziale: il progetto di escursione di due giorni si è ridotto a uno, nessuna possibilità di soggiorno all'interno del rifugio, irrimediabilmente chiuso al pubblico, ed il percorso inizialmente pensato ad anello si è trasformato in un tracciato lineare dalla partenza all'arrivo e ritorno.
Partiti dal Laghetto dei Pescatori ci dirigiamo verso il sentiero che costeggia il Rio Infernotto e superiamo il ponte dell'Ula a 675 m di quota, già descritto in precedenza in questi articoli.
Raggiunto il sentiero che ci sposta sulla destra orografica del torrente appare subito un bivio: a sinistra si procede verso il Bricco Pelata (1028 m di quota), a destra invece si segue il sentiero che sale dolcemente lungo il valloncino.
Giunti nei pressi di un salto del torrente, a circa 1,7 km dal ponte, ci imbattiamo in una piega del sentiero a sinistra in lieve salita. La strada si insinua in una parte più stretta della valle, scavata dal Rio Rocca Nera che scende dalle cime di Punta Ostanetta (2375 m) e dai rivoli d'acqua di Colle Bernanrdo.
Dall'altra parte del torrente si può vedere il monastero, così vicino che pare di poterlo toccare protendendo le braccia; con l'ultimo tratto di sentiero ci allontaniamo gradualmente dal Rio Infernotto, superiamo il Comba Bassa (in secca) e con due stretti tornanti su sterrata raggiungiamo il Rifugio.Il Rifugio Infernotto si presenta davanti agli ultimi metri di sentiero come una piccola struttura bianca, con il tetto in pietra e gli infissi rosso/bruno.
In uso alla sezione CAI di Barge è dotato di cucina a gas, servizio igienici e doccia.
Davanti all'ingresso un tavolato in pietra ed un paio di panche di legno si trasformano in un comodo punto di ristoro per il pranzo. Alle spalle del rifugio una fontana rifornisce di acqua le nostre borracce.
Sulla via del ritorno decidiamo di deviare per una breve tappa al monastero Dominus Tecum. L'atmosfera di pace, di quiete e di silenzio sembra avvolgere da sempre questo luogo in un tempo immobile, perfetto ed eterno. Potrei passare ore nel tempo di un respiro all'ombra degli alberi o sul bordo della piccola fontana situata nei pressi dell'ingresso.
A coronare la bellezza del luogo l'immancabile e cortese accoglienza dei monaci che ci suggeriscono di provare in futuro il percorso ciclo-turistico ad anello che si snoda alle spalle del monastero e che raggiunge il Rifugio Infernotto proprio nei pressi della già citata fontana.
Ritornando all'auto ci fermiamo per una brevissima pausa contemplativa al Laghetto dei Pescatori, prima di riprendere la strada asfaltata per ritornare a casa.
Ringrazio Chiara ed Elisa per la compagnia lungo questa semplice passeggiata.
Un ringraziamento particolare a Chiara per le fotografie condivise in questo post.
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